di Antonio Battaglia e Giovanni Caglioti – “Eccoci nella pineta, al crocicchio dove sono i limonari, con i gitanti stesi all’ombra dei pini, le radio accese, i cartocci e le bottiglie di Ferragosto”. Scene di divertimento, spensieratezza e assembramento, quelle raccontate da Alberto Moravia nel suo “Scherzi di Ferragosto”. Scene inesorabilmente lontane, ora più che mai.
La festa più attesa della stagione estiva sarà storicamente segnata da ordinanze e provvedimenti delle istituzioni con l’obiettivo di garantire una giornata all’insegna della sicurezza e il rispetto essenziale delle norme sanitarie, igieniche e di distanziamento fisico.
La festa più attesa della stagione estiva sarà storicamente segnata da ordinanze e provvedimenti delle istituzioni con l’obiettivo di garantire una giornata all’insegna della sicurezza e il rispetto essenziale delle norme sanitarie, igieniche e di distanziamento fisico.
Ferragosto è da sempre associato al pranzo, alla scampagnata, o meglio ancora, alla grigliata.
Non quest’anno però , al tempo del temibilissimo Coronavirus.
Niente più falò, picnic, accampamenti sulla spiaggia e gavettoni fra amici e parenti.
Soprattutto niente più musica nei locali calabresi, costretti al silenzio dal divieto imposto dall’ ordinanza della Regione Calabria emessa a seguito dal pericolo contagi dei giorni scorsi nella nota località turistica di Soverato nel Catanzarese.
Solo discoteche chiuse, divieto di esercitare attività di intrattenimento musicale, controlli per evitare assembramenti e, nei casi previsti l’obbligo all’ utilizzo delle mascherine.
Un solo stato d’ animo: ansia.
Già, parecchia ansia.
Generata, of course, dal tripudio dell’incoscienza giovanile.
Dopo il caso del giovane infetto che nello scorso weekend ha frequentato due locali di Soverato, c’è stata la corsa al tampone nelle varie tende predisposte dall’Asp di Catanzaro alla ricerca disperata di una patente sanitaria da ottenere e, perché no, esibire in tutti i modi anche sui social.
Quegli stessi social che ne hanno sollevato il problema ancor prima delle autorità sanitarie.
Ed è proprio in questi casi che si percepisce l’assenza di una regia preparata, competente e autorevole al punto da poterci condurre fuori dal baratro del Covid-19 o, per lo meno, renderci relativamente “immuni” addestrando la popolazione ad una civile convivenza col virus.
Ed in tal senso, la scelta compiuta dalla Regione Calabria, qualche mese fa, sull’apertura delle discoteche generava ieri più di qualche perplessità.
Le stesse che oggi trovano conferme ai tanti interrogativi dell’ epoca.
È certamente uno “strano” Ferragosto, scandito dal ritorno di un incubo che ha già scombussolato la nostra primavera ed è pronto a rivoluzionare anche i prossimi autunno e inverno.
Ogni punto di riferimento, ogni certezza sembra ora aver lasciato il passo ad un domani sempre più distante, difficile e incerto.
La percezione generale era che il maledetto Coronavirus in Calabria, come in Italia, si fosse affievolit, aaddirittura spento.
Che fosse tornato sotto le mentite spoglie di influenza poco più forte, come era secondo i luoghi comuni del suo esordio.
E invece rieccolo, in tutta la sua prepotenza e forza mediatica tale da congelare gli animi del popolo calabrese sotto le cocenti temperature ferragostane.
Redazione Calabria 7