Pesa appena 17 grammi ed è lungo 6 centimetri. Nato a fine estate tra Calabria e Sicilia, Penny è un neonato di Caretta caretta. E’ stato avvistato da alcuni bagnanti in prossimità della battigia, in evidente difficoltà e incapace di riprendere il largo. Grazie alla Capitaneria di Porto di Messina il piccolo è stato recuperato, preso in consegna dal personale della Onlus “Blue Conservancy”, e ricoverato presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone, per avviare il classico protocollo che normalmente si attua per i piccoli nati da poco e debilitati.
Lo stomaco pieno di plastica
Lo stomaco pieno di plastica
Dalle prime analisi, i veterinari hanno scoperto che lo stomaco del piccolo Penny era pieno di plastica. Dopo qualche giorno di ricovero i veterinari hanno notato nella vasca minuscoli frammenti di plastica colorata. L’esemplare ha continuato a espellere i frammenti. “La storia di Penny – commenta il team della “Blue Conservancy” – ha avuto, fortunatamente, un lieto fine. In pochi giorni, dopo averle fatto espellere tutti i frammenti di plastica ingeriti e averla rimessa in forze, è stata rilasciata in mare dai nostri operatori.
Abbiamo salvato Penny, ma è ormai chiaro che l’inquinamento da plastica è tra i maggiori pericoli che stanno portando al declino la popolazione mondiale di tartarughe marine.”
La plastica “assassina”
La plastica sta uccidendo il 40% delle giovani tartarughe marine e, secondo uno studio, i piccoli hanno una probabilità 4 volte maggiore di morire rispetto ai loro genitori. Non solo perché hanno corpi più deboli, ma si nutrono anche in acque più vicine alla superficie. Queste aree hanno maggiori probabilità di essere contaminate da oggetti di plastica galleggianti, che possono essere ingeriti e accumularsi nel tratto digerente o perforarlo.
L’inquinamento da plastica nel mare potrebbe essere di 150 milioni di tonnellate entro il 2025, il triplo dei 50 milioni di tonnellate stimati nel 2015. L’inquinamento da plastica rappresenta un pericolo per circa 700 specie marine. Le tartarughe sono state tra i primi animali registrati ad aver ingerito detriti di plastica. A livello globale, si stima che circa il 52% di tutte le tartarughe marine abbia ingerito detriti di plastica. Ma i più recenti studi affermano che questa cifra è “quasi certamente una grossolana sottostima.