18 maggio, l’Italia riapre ma… senza un soldo in tasca

(G.C.) Lunedì prossimo il paese ripartirà, è ciò che è emerso dalla videoconferenza che il presidente Conte ha avuto con la conferenza Stato Regioni.

Il Governo, quindi, ha ceduto in parte alle richieste delle Regioni di voler riaprire per ripartire.

Il Governo, quindi, ha ceduto in parte alle richieste delle Regioni di voler riaprire per ripartire.
Fermo restando l’ andamento della curva epidemiologica dei prossimi giorni e delle prossime settimane.
Un innalzamento del numero dei contagi, pertanto, provocherà inevitabilmente delle nuove chiusure nelle aree eventualmente interessate.
In attesa che le linee guida siano pubblicate, per il 18 c’ è il via libera anche per bar, ristoranti, pizzerie, centri estetici e parrucchieri.
Categorie, catalogate a rischio che subiranno notevole restrizioni con conseguenti riduzioni del fatturato.
L’ Italia riapre, ma faticherà a ripartire, complice anche i notevoli ritardi che caratterizzano lo stivale intero per l’ erogazione delle casse integrazioni, degli aiuti alle imprese e dei prestiti a fondo perduto.
Un quadro pericolosamente allarmante che mette a serio rischio la tenuta sociale del paese e la ripartenza economica attanagliata, ormai da sempre da una macchina burocratica che da decenni e decenni opprime il nostro paese e la nostra economia.

Si riapre ma senza soldi in tasca per milioni di lavoratori e di imprenditori, ancora una volta caduti nel dimenticatoio per colpa del politici, ma inevitabilmente il vero e unico motore della nostra nazione.

Ancora una volta l’ onere della ripartenza viene scaricato sulle spalle delle imprese e dei lavoratori con buona pace di chi siede tra i banchi di un assise pubblica puntualmente e ben retribuito.

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