(D.C.) – La decisione di nominare il deputato catanzarese Paolo Parentela coordinatore per le Regionali calabresi, come ovvio relativamente ai Cinque Stelle, assume un significato ben preciso: cercare di portare avanti un dialogo con il Partito Democratico locale al fine di dar vita a un’alleanza giallorossa anche a livello periferico, pur con tutti i ‘limiti’ e le ristrettezze di tempo del caso.
Il parlamentare scelto infatti, fra i rappresentanti grillini, è noto per appartenere al cosiddetto fronte trattativista con i nuovi alleati romani. E questa investitura, tradotta dal politichese, significa quindi solo una cosa: nel Movimento vogliono cercare di estendere l’accordo di Governo anche ai territori come appunto la ‘lontana’ Calabria oltreché, naturalmente, la strategica Emilia Romagna in cui si voterà già fra due mesi e mezzo circa.
Il parlamentare scelto infatti, fra i rappresentanti grillini, è noto per appartenere al cosiddetto fronte trattativista con i nuovi alleati romani. E questa investitura, tradotta dal politichese, significa quindi solo una cosa: nel Movimento vogliono cercare di estendere l’accordo di Governo anche ai territori come appunto la ‘lontana’ Calabria oltreché, naturalmente, la strategica Emilia Romagna in cui si voterà già fra due mesi e mezzo circa.
I vertici – leggasi nella fattispecie soprattutto il capo politico Luigi Di Maio, che peraltro sente sempre più il fiato sul collo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio dopo i recenti flop nelle urne – non certo per convinzione o simpatia, quanto per necessità, hanno l’impellenza di invertire il trend negativo o quantomeno fermare l’emorragia di consensi e allo stato l’unico ‘paracadute’ di cui dispongono è il Pd con il quale confidano almeno di evitare la ‘terribile embarcada’ umbra della scorsa fine di ottobre.
Una sconfitta lacerante che in casa pentastellata non ammetterà repliche, pena uno stravolgimento delle gerarchie interne in cui non si andrà tanto per il sottile.