A Badolato lo spettacolo teatrale “Giovanna d’Arco, la rivolta”

Dopo il successo dell’omaggio a Pirandello con “Pupi siamo” del Teatro popolare d’arte con Gianfranco Quero e Marco Natalucci, per la regia di Gianfranco Pedullà, la residenza artistica MigraMenti Spac – Studies on performing and acting -, realizzata da Teatro del Carro Pino Michienzi, riconosciuta da Regione Calabria e Mibac, con il patrocinio del Comune di Badolato, prosegue la sua rassegna di teatro contemporaneo Sentieri calabresi. Venerdì 30 agosto, alle 21.45, sul palco del Teatro comunale di Badolato salirà infatti Valentina Valsania, protagonista di “Giovanna d’Arco – la rivolta”, uno spettacolo teatrale di Carolyn Gage, per la prima volta presentato in Italia, diretto da Luchino Giordana ed Ester Tatangelo. Si tratta del progetto teatrale di esordio della compagnia Pupilunari, prodotto dall’associazione culturale Hermit Crab.

Il testo della Gage, drammaturga, performer, regista e attivista, fa rivivere Giovanna d’Arco che ritorna per raccontarci in prima persona la sua infanzia, la sua adolescenza e le sue esperienze con i più alti livelli della Chiesa, dello Stato e delle armate militari. In “Giovanna d’Arco” la “pulzella d’Orleans” è anoressica: un’adolescente in fuga da un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre che già aveva segnato la madre e la sorella. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione. Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili. La residenza MigraMenti, fresca anche dell’ottimo riscontro di pubblico avuto a Badolato Borgo nell’ambito del Festival Insegui l’arte, con “Teresa.

Il testo della Gage, drammaturga, performer, regista e attivista, fa rivivere Giovanna d’Arco che ritorna per raccontarci in prima persona la sua infanzia, la sua adolescenza e le sue esperienze con i più alti livelli della Chiesa, dello Stato e delle armate militari. In “Giovanna d’Arco” la “pulzella d’Orleans” è anoressica: un’adolescente in fuga da un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre che già aveva segnato la madre e la sorella. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e incrollabilmente fedele alla propria visione. Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili. La residenza MigraMenti, fresca anche dell’ottimo riscontro di pubblico avuto a Badolato Borgo nell’ambito del Festival Insegui l’arte, con “Teresa.

Un pranzo di famiglia” di Francesca Chirico con Anna Maria De Luca, regia di Luca Michienzi, si prepara anche alla seconda parte del laboratorio “Nostos. Maschere del Mediterraneo” a cura di Michele Monetta al Teatro Politeama di Catanzaro. Lì, dal 20 al 22 settembre, si concluderà con esito scenico il workshop a carattere performativo su mimo, maschera e movimento, avviato a giugno dal docente dell’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico.

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