di Luana Tassone * – Ci risiamo! Anche questa volta è andata bene! Ma cosa dobbiamo attendere, di piangere un morto o di assistere ad una strage per poter trovare soluzione ad un caso disperato di soggetto che necessita di cure? La famiglia sta facendo tutto quanto è necessario al fine di far sottoporre alle giuste cure il proprio congiunto; il fratello, rappresentato legalmente dalla sottoscritta in questa vicenda, una volta nominato amministratore di sostegno dal Tribunale di Catanzaro, ha allertato tutti gli uffici competenti affinché ci si potesse prendere cura di un soggetto che ha numerose denunce e che fa paura, perché non è capace di rendersi conto che con le sue azioni potrebbe far del male a se stesso e agli altri.
La famiglia, i vicini di casa, la collettività, non possono più fare nulla
La famiglia, i vicini di casa, la collettività, non possono più fare nulla
Viene ‘raccolto’ per strada o accompagnato spesso in ospedale, ma puntualmente fa ritorno nel suo quartiere Corvo, nella sua casa parcheggio, perché scappa dal reparto di ricovero o perché dimesso dal P.S. in quanto “non si riscontra al momento sintomatologia psichiatrica”. Eppure, pur essendo stato accertato essere etilista e tossicodipendente ma non psichiatrico, è da tempo sotto cura al Centro di Salute Mentale di Catanzaro, e quindi non ci si spiega quale sia la strada giusta che debba intraprendersi per far sì che questo povero giovane bisognoso di aiuto per sé principalmente, e per tutela sociale, venga sottoposto alle cure giuste. La famiglia, i vicini di casa, la collettività, non possono più fare nulla per questo giovane, adesso è compito delle autorità competenti provvedere a lui, prima che scappi il morto o succeda una strage, per poi verificare di chi siano state le responsabilità di chi doveva fare e non ha fatto!
* avvocato del Foro di Catanzaro