di Daniele Fazio – Favorire la cultura della legalità e promuovere il senso civico tra le nuove generazioni. Questo l’obiettivo dell’incontro odierno tra il pm Annamaria Frustaci e i giovani di scuola media frequentanti il corso di catechismo nella Chiesa di San Giovanni a Catanzaro. Il membro del pool antimafia guidato dal procuratore Nicola Gratteri riserva al dialogo con i giovanissimi una parte non secondaria del suo impegno di magistrato e proprio a una giovane il giudice ha dedicato il suo ultimo libro ‘La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia’ edito da Mondadori.
“Cristianesimo linfa del senso civico”
“Cristianesimo linfa del senso civico”
“Si tratta di educare gli uomini e le donne di oggi e di domani – dice ai nostri microfoni il parroco Don Francesco Brancaccio – , quindi la formazione nella fede e nella carità non può prescindere dalla testimonianza anche di tutti coloro che sono coinvolti in prima linea proprio nell’edificare una società giusta. Avendo conosciuto anche l’impegno professionale e sociale della dottoressa Frustaci, invitarla a incontrare i ragazzi è stato per me spontaneo e sono stato felicissimo di trovare da parte sua una accoglienza immediata. Anche lei mi ha manifestato questa convergenza di intenti nel voler entrare in comunicazione viva con i ragazzi: l’aspetto repressivo nella lotta alla mafia è importantissimo così come quello formativo. Questi incontri fanno parte di un cammino di formazione culturale che fonda davvero una società del senso civico di cui il cristianesimo deve essere linfa”.
La soddisfazione del pm Frustaci
Soddisfatta anche il pm Frustaci: “E’ stata una chiacchierata sui temi principali che riguardano l’educazione alla legalità, rivolta soprattutto a un target di ragazzi delle scuole medie. Il messaggio che vuole essere rivolto ai ragazzi è quello della possibilità di dare il proprio contributo per cambiare il futuro di questa terra. L’operato della magistratura è sicuramente importante ma non risolutivo e interviene comunque in una fase che riguarda più la repressione dei reati commessi. La fase dell’educazione alla legalità che coinvolge le giovani generazioni aiuta lo Stato a intervenire molto prima, creando una avanguardia che stia a presidiare la legalità e che intervenga in modo molto più efficace prima che lo faccia la magistratura”.