Come ogni anno, il 6 maggio rappresenta per la famiglia Chindamo una data che è ancora una ferita dolorosissima e aperta. È il giorno in cui Maria sparì nel nulla davanti al cancello della propria azienda agricola sita in contrada Montalto, nel comune di Limbadi. E ogni anno, in questo giorno, quel triste luogo con tanti interrogativi si popola di gente. I familiari dell’imprenditrice originaria di Laureana di Borrello, i conoscenti ma anche tante persone che sono rimasti colpiti dalla tragica vicenda e che non vogliono far mancare il loro apporto ai congiunti che da sette anni chiedono giustizia.
Lì, stamani c’era anche Vincenzo, fratello di Maria, che con una forza straordinaria sta lottando per far venire a galla la verità su quel giorno: “Sette anni di guerra al silenzio” ha commentato ricordando le battaglie condotte in tutto questo tempo ma finora, purtroppo, senza risultato. C’era, tra gli altri, anche il sindaco di Limbadi, Pantaleone Mercuri e il prefetto Paolo Giovanni Greco, nonché il questore di Vibo, Cristiano Tatarelli e il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro che ha sottolineato come Maria Chindamo “sia morta per difendere le sue terre, il suo lavoro. Questo è un territorio che deve liberarsi della macchia della famiglia Mancuso, lo dobbiamo dire e non sottovoce”. Quindi gli interventi di Don Pino De Masi di Libera, Amalia Giordano dell’Anpi, Carlo Tansi, Sergio Gaglianese, vice presidente di Confassociazioni, Giuseppe Borrello, di Libera Vibo in un giorno in cui la speranza si riaccende così come il ricordo di una donna, madre di due figli, inghiottita dalla lupara bianca. (f.p.)
Lì, stamani c’era anche Vincenzo, fratello di Maria, che con una forza straordinaria sta lottando per far venire a galla la verità su quel giorno: “Sette anni di guerra al silenzio” ha commentato ricordando le battaglie condotte in tutto questo tempo ma finora, purtroppo, senza risultato. C’era, tra gli altri, anche il sindaco di Limbadi, Pantaleone Mercuri e il prefetto Paolo Giovanni Greco, nonché il questore di Vibo, Cristiano Tatarelli e il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro che ha sottolineato come Maria Chindamo “sia morta per difendere le sue terre, il suo lavoro. Questo è un territorio che deve liberarsi della macchia della famiglia Mancuso, lo dobbiamo dire e non sottovoce”. Quindi gli interventi di Don Pino De Masi di Libera, Amalia Giordano dell’Anpi, Carlo Tansi, Sergio Gaglianese, vice presidente di Confassociazioni, Giuseppe Borrello, di Libera Vibo in un giorno in cui la speranza si riaccende così come il ricordo di una donna, madre di due figli, inghiottita dalla lupara bianca. (f.p.)