di Felice Foresta* – Saremo terra
E saremo stanchi
E saremo stanchi
E poi felici
E stanchi ancora
Affacceremo i nostri occhi scuri sul davanzale di un vento nuovo
Lungo solchi di nettare e di argilla
Saremo grano
E saremo poesia.
Saremo terra
E saremo curvi
E poi felici
E curvi ancora
Consegneremo i pomeriggi d’estate nella loggia dello stupore
Lungo rotte attardate di aratro e fango
Saremo pane
E saremo memoria.
Saremo terra
E saremo vinti
E poi felici
E vinti ancora
Adageremo il nostro Dio nel ricamo di una grotta
Lungo campi di lassani e di segale
Saremo latte
E saremo pietra.
Saremo terra
E saremo persi
E poi felici
E persi ancora
Proteggeremo la penombra dei vecchi nel palmo di un’arancia
Lungo un greto di giunchi le lacrime
Saremo mosto
E saremo pioggia.
Saremo terra
E saremo stranieri
E poi felici
E stranieri ancora
Ci rifugeremo nel canto storpio di una zingara
Lungo filari di aceri e mirtilli
Saremo croce
E saremo preghiera
Saremo terra
E saremo orfani
E poi felici
E orfani ancora
Respireremo il bello nella gobba di un paese
Lungo i grani appuntiti di un rosario
Saremo spiga
E saremo acqua
Saremo terra
L’attesa sarà il calco della nostra storia
Anche domani
Alzando gli occhi al cielo
Nasceremo un’altra volta
Impasto di farina e nuvole
Appesi al profumo dolce della legna
Nei sogni contadini
Saremo vita
E terra ancora.
*avvocato del Foro di Catanzaro