Abramo Customer Care in crisi, l’Ugl Telecomunicazioni: “Da anni inascoltati”

“Sulla vicenda che riguarda il futuro dell’Abramo C.C. e di conseguenza degli oltre tre mila lavoratori che lavorano nelle sedi della Calabria, del Lazio e della Sicilia potremmo cedere a pulsioni di natura strumentale sol perché suffragati dalla verità storica degli accadimenti. Potremmo infatti ricordare che, fin dall’estate del 2018, la nostra Organizzazione a livello Regionale poneva dei seri interrogativi alla proprietà, rispetto alle capacità di quest’ultima di stare sul mercato fornendo garanzie ed investimenti capaci di blindare i livelli occupazionali”. Lo afferma in una nota l’Ugl Telemunicazioni sostenendo che “sin dall’inizio, pur consci delle difficili dinamiche che impattavano il mercato delle telecomunicazioni, chiedevamo si discutesse di un piano industriale capace di gettare le basi per un rilancio effettivo dell’azienda, evitando di elemosinare al capezzale dei committenti.

Lo spettro della crisi già dal 2018

Lo spettro della crisi già dal 2018

Insomma, la crisi Abramo si palesava già nel 2018 quando, su molti siti calabresi, già si ricorreva a Fis ordinario. L’emergenza legata al Covid ha rappresentato solo una brusca accelerazione di un qualcosa già iniziato da tempo. Chiedevamo solo che la proprietà mandasse segnali, senza fumo, chiari ai suoi dipendenti. Mettendoci la stessa Responsabilità che i tanti lavoratori di Abramo C.C. dimostrano da quasi vent’anni. Per tali ragioni, quando ad aprile il nuovo management iniziava a parlare di Piano Industriale, come l’UGL Telecomunicazioni, senza farci “condizionare” dall’emergenza, abbiamo continuato ad incalzare l’azienda sul tema degli investimenti. Poi la brusca frenata successiva alla presentazione del Piano Industriale. Una frenata che è “costata” ai dipendenti, già provati dall’attivazione del FIS Covid, il 30% in meno della retribuzione in busta paga motivato dalla mancanza di liquidità dichiarata da parte Aziendale.Siamo venuti a conoscenza del fatto che i possibili compratori o finanziatori abbiano ad un tratto fatto un passo indietro facendo precipitare la situazione”.

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