Abramo-Tallini, una lite tra il serio e il faceto. Ecco tutti i dettagli

di Danilo Colacino – “Non mi hai fatto niente, faccia di serpente”; “Ho visto su una pezza che sei una schifezza”; “Ho letto sul diario che è tutto all’incontrario”, gne gne gne.

Ecco i ‘termini’ della lite di una settimana fa fra il sindaco Sergio Abramo e il coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Tallini, una volta capito che le dimissioni della pattuglia forzista a Palazzo De Nobili non giovavano ad alcuno dei diretti interessati.

Ecco i ‘termini’ della lite di una settimana fa fra il sindaco Sergio Abramo e il coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Tallini, una volta capito che le dimissioni della pattuglia forzista a Palazzo De Nobili non giovavano ad alcuno dei diretti interessati.

Ritiro di assessori e sindaci dal Comune annunciato in pompa magna sulla stampa a pochi giorni dalle Regionali, dunque? Sì, ma niente di serio…’So’ ragazzi daiii’.

Tutto qui? No, certo che no. Tallini – che, semmai gli scherzi in vita sua li abbia pensati e architettati, ha tuttavia smesso di farli dagli anni ormai lontani in cui andava a scuola – il clamoroso forfait dei forzisti lo avrebbe consumato. Eccome. Non fosse altro che per dare un segnale. Un ruggito del vecchio leone (non il figlioccio Francesco nella fattispecie), ancora ‘re della foresta’.

Ma, a conti fatti, ha capito di non avere più le physique di rôle per mostrare i muscoli. Uscito infatti vincitore, ma non troppo, dalle recenti elezioni in cui ha dovuto: tener a bada crescenti schiere di avversari, diciamo così interni ed esterni; lasciar per strada ‘grandi elettori’ (approdati intanto ad altri lidi, per loro del futuro), e perdere ‘fidati aiutanti di battaglia’ (politica) come, ad esempio, il neo-collega consigliere Filippo Mancuso e il quasi tale Frank Mario Santacroce (i quali, da candidati, hanno logicamente fatto corsa a sé e, per, sé), si è comunque scoperto più debole.

Perfino abbandonato da qualcuno dei suoi, non certo gli ancora tanti fedelissimi come ovvio, sedotto dalla concorrenza e magari – nelle sue mille vite – desideroso di fare un passo indietro per poi magari…chissà.

Ma per lui dovrà cambiare il vento. Perché oggi c’è sì un ‘monocolore’ di centrodestra, in città e non solo, ma in cui paiono altri a poter chiamare banco al grande tavolo delle decisioni. Tant’è vero che la sola opposizione i maggiorenti del…nel frattempo… ricompostosi asse nazionale Salvini-Meloni-Berlusconi se la fanno tra di loro per una fetta di torta in più o in meno.

Sembra insomma di essere tornati al periodo del primo Pd renziano, quando a noi giornalisti i dirigenti locali Dem dicevano in modo larvatamente sprezzante: “Fate gossip esclusivamente su di noi, perché siamo i rappresentanti dell’unico partito rimasto in Italia e in Calabria che si afferma ovunque”.

Una pia illusione, durata ‘lo spazio di un mattino’, naufragata nel delirio di onnipotenza di un leader poco lucido nel gestire un potere a un certo punto sconfinato.

Uno ‘scettro’ quindi dissoltosi come il commento sulla categoria più o meno dello stesso tenore di quello del compianto presidente del Pisa Calcio Romeo Anconetani, che ai cronisti sportivi diceva in gergo toscano: “Menomale ci sia io qui a farvi parlare tanto. Così almeno avete da lavorare”.

E noi, invece, dopo tanto scrivere, come nel famoso Gioco dell’Oca, torniamo alla casella di partenza: il Comune. E già, perché c’era un’altra questione che aleggiava, per così dire, nelle stanze del Palazzo poco prima di veder infuriare la buriana.

Quale? Il chiarimento in Consiglio sulla presunta decadenza, o meglio richiesta da formalizzare nell’Aula ‘fu Rossa’, del consigliere Tommaso Brutto, assentatosi dai lavori assembleari per un cospicuo lasso di tempo.

Da precisare che può sempre produrre pezze giustificative che subito lo metterebbero al riparo da qualunque iniziativa, ci mancherebbe, un po’ come accade peraltro per Demetrio Battaglia, convocato ciclicamente fuori sede, anche per diversi mesi, dall’esercito italiano – pur essendo lui un avvocato, regolarmente esercitante la libera professione – allo scopo di svolgere importanti incarichi e di conseguenza ampiamente giustificato.

Sul piano politico, però, le valutazioni potrebbero essere assai diverse. Soprattutto nel delicato momento attuale e allora si intuisce che dell’asserita ‘faccenda Brutto’ tutti si vogliano dimenticare. E in fretta pure.

Noi invece avremmo infine un Ps, un pegno con voi cari lettori: “Ci occuperemo del centrosinistra cittadino, non appena capiremo qual è e dove sia. Promesso. Anzi, giurin giurello o giurin giuretto…scrociate”.

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