di Danilo Colacino – Il terrore negli occhi. E subito prima un boato che squarcia il silenzio della notte, rivelando appena poco tempo dopo cosa possa fare la forza devastante della natura in pochissimi istanti. È questo che è successo dieci anni fa come oggi in Abruzzo.
Ecco perché il 5 aprile del 2009 è una data che resterà indelebile nella mente e nei cuori di tutti gli italiani e non solo. La terra trema infatti, nel centro del Paese, e qualche ora più tardi – esattamente alle ore 3.32 di lunedì 6 aprile – si scatena l’inferno. E, seppur da relativamente lontano, un pezzo di Calabria si trova a contatto con il dolore. Quello vero, straziante, indicibile di 309 morti, 1.600 feriti e 80mila sfollati. Una tragedia immane, insensata come tutte le catastrofi del resto, che investe per così dire anche le rappresentative calabre della Lega Nazionale Dilettanti impegnate in Abruzzo nel 48. Torneo delle Regioni.
Ecco perché il 5 aprile del 2009 è una data che resterà indelebile nella mente e nei cuori di tutti gli italiani e non solo. La terra trema infatti, nel centro del Paese, e qualche ora più tardi – esattamente alle ore 3.32 di lunedì 6 aprile – si scatena l’inferno. E, seppur da relativamente lontano, un pezzo di Calabria si trova a contatto con il dolore. Quello vero, straziante, indicibile di 309 morti, 1.600 feriti e 80mila sfollati. Una tragedia immane, insensata come tutte le catastrofi del resto, che investe per così dire anche le rappresentative calabre della Lega Nazionale Dilettanti impegnate in Abruzzo nel 48. Torneo delle Regioni.
Squadre di calcio e futsal, i cui componenti di stanza a Vasto Marina vengono svegliati e letteralmente sconvolti dal sisma. Una manifestazione palmare della furia degli eventi che li costringe a convivere – fino alla partenza fissata per il giorno dopo, martedì 7 aprile – con gli effetti di una spaventosa calamità, una sciagura inimmaginabile sofferta psicologicamente anche dal presidente della Lnd Saverio Mirarchi a cui abbiamo chiesto di ripercorrere quei momenti in una ‘puntata speciale’ di ‘A microfono aperto…’.
Un’intervista intensa – che abbiamo realizzato ieri, come noto, ma proposta circa 24 ore più tardi per farla coincidere con il decennale del ferale terremoto passato alla storia quale il sisma de L’Aquila – caratterizzata dal racconto di un numero interminabile di ore in cui la vita e la morte hanno ballato un tragico rondò nello spazio di uno stesso edificio o di pochi metri di strada.
Emozioni forti e sensazioni che Mirarchi ha esternato pubblicamente con un organo d’informazione – il nostro webgiornale calabria7.it – per la prima volta da allora. Sarà per questo che è sembrato molto emotivamente coinvolto.