Quasi tre ore di requisitoria e poi la richiesta ai giudici d’Appello di confermare la sentenza di primo grado. Walter Ignazitto, pubblico ministero applicato alla Procura generale, ha voluto così riaffermare la validità delle prove a carico di Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria sospeso dalla carica per effetto della legge Severino dopo la condanna in primo grado del 19 novembre 2021 per il reato di abuso d’ufficio, dinanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria, presidente Lucia Monaco, a latere, Concettina Garreffa e Antonino Laganà.
La condanna in primo grado
La condanna in primo grado
Il processo di secondo grado era iniziato stamani nella sede del vecchio tribunale di piazza Castello con la relazione della presidente Monaco e dopo una breve interruzione, era ripreso nel pomeriggio con la requisitoria del rappresentante della pubblica accusa. Ignazitto ha ripercorso le tappe della vicenda che hanno portato alla condanna di Giuseppe Falcomatà, sottolineando il rapporto di amicizia tra l’imprenditore Paolo Zagarella, imputato e condannato nel processo, e lo stesso Falcomatà. L’inchiesta prese avvio da una serie di denunce della minoranza consiliare di centrodestra e da un gruppo di cittadini, che avevano richiesto l’intervento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, denunciando la decisione di Giuseppe Falcomatà e della sua giunta di affidare una parte dell’ex hotel Miramare, alla gestione all’associazione “il Sottoscala” dell’imprenditore Paolo Zagarella, per ospitare eventi culturali e sociali. Secondo quanto emerso dalle indagini, le procedure di affidamento del prestigioso immobile di proprietà del comune non rispecchiavano i termini previsti dalla legge, da cui, l’intervento della magistratura e il processo agli attuali condannati in primo grado, conclusosi il 19 novembre dello scorso anno.
Condannati anche gli ex assessori
Per altro, lo stesso Zagarella, in occasione delle elezioni amministrative del 2020, aveva messo a disposizione di Giuseppe Falcomatà per la campagna elettorale uno dei suoi immobili. Con Falcomatà erano stati condannati a un anno di reclusione anche gli ex assessori Saverio Anghelone, Armando Neri, Maria Rosaria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Nino Zimbalatti, pene che hanno fatto scattare anche per loro la sospensione temporanea dall’incarico. Nel processo, inoltre, sono anche imputati l’ex dirigente comunale Maria Luisa Spanò e l’ex segretaria comunale Giovanna Acquaviva, anche loro condannati a un anno di reclusione. Il Collegio ha fissato le prossime udienze il 18 e il 25 ottobre, mentre l’8 novembre sarà la giornata conclusiva con l’emissione della sentenza.