Acqua, manca l’allegato nella richiesta di un finanziamento: la Calabria perde 105 milioni

L'avviso pubblico di manifestazione di interesse si riferisce, in particolare, all'installazione di apparecchiatore in grado di  individuare eventuali perdite lungo la rete. Si pensa al ricorso
acqua calabria

Quasi centocinque milioni di euro. Tanto è costata alla Calabria la mancata trasmissione da parte dell’Autorità idrica regionale al ministero delle Infrastrutture di un documento da allegare alla richiesta di finanziamento relativa all’ammodernamento degli schemi idrici dei Comuni. L’avviso pubblico di manifestazione di interesse si riferisce, in particolare, all’installazione di apparecchiatore in grado di  individuare eventuali perdite lungo la rete. La mancata trasmissione di un allegato sui quattro richiesti dall’avviso entro il termine indicato è però, a parere del ministero, motivo di nullità. Una tesi non condivisa dall’Autorità Idrica della Calabria (Aic), interpellata dall’AGI, che annuncia contromisure.

L’Autorità: “Allegato non essenziale ai fini della procedura”

L’Autorità: “Allegato non essenziale ai fini della procedura”

Dagli uffici dell’autorità si precisa che l’allegato non è essenziale ai fini della procedura. Lo proverebbe il fatto che un analogo bando dello stesso ministero relativo ai fondi del Pnrr non lo prevede. L’Aic, si fa rilevare, il 27 gennaio scorso, sebbene con ritardo, ha trasmesso la documentazione mancante, non inviata per una svista. L’autorità ha comunque dato mandato a un legale di chiedere al ministero la revisione della graduatoria. Nel caso la risposta del ministero fosse negativa, il passo successivo potrebbe essere un ricorso al Tar. Il 23 novembre del 2021, l’assemblea dei sindaci della Calabria aveva deciso di costituire l’ente gestore, indispensabile al fine di ottenere i finanziamenti”.

“Si tratta della Acque Pubbliche della Calabria, un’azienda speciale consortile nata dalla trasformazione della vecchia Cosenza Acque. Il 23 dicembre, prima della scadenza del bando, si è trasmessa la documentazione richiesta, con tre allegati su quattro. Quando negli uffici dell’Aic si sono resi conto della svista, si è proceduto all’integrazione della documentazione con la trasmissione dell’allegato mancante. Cosa non ritenuta sufficiente dal ministero che ha rigettato la richiesta dell’autorità calabrese.

L’Autorità idrica ricostruisce la vicenda

La stessa autorità idrica ha ricostruito la vicenda in un comunicato. “In riferimento al bando React-Eu, il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) – si fa rilevare –  ha emesso la graduatoria delle proposte formulate dagli Enti d’Ambito, dalla quale, a causa di un mero errore materiale è rimasta esclusa la proposta presentata dall’AIC. La struttura tecnica dell’AIC si assume le proprie responsabilità e, parallelamente – anche in forza dello sforzo organizzativo prodotto nell’ultimo anno da questa Autorità che, passando dall’approvazione del Piano d’Ambito e dagli altri obiettivi ottenuti legati agli schemi tariffari per numerosissimi Comuni calabresi, si è concretizzato con la costituzione del gestore unico d’Ambito, Acque Pubbliche della Calabria, per i segmenti a valle della grande adduzione- si è dato mandato ad un legale specializzato in materia amministrativa di produrre formale ricorso alla graduatoria emanata dal Ministero”.

“La disposizione ministeriale – si evidenzia – è maturata a valle dell’istruttoria della proposta tecnica formulata dall’Autorità Idrica: la decisione del Ministero di escludere la Calabria dalla linea di finanziamento è basata esclusivamente su un aspetto burocratico, ossia la mancanza di un allegato di complemento, relazionato alla capacità dell’investimento di generare entrate, dunque una questione puramente amministrativa e non tecnica”.

La “genesi dell’errore materiale”

Tuttavia, sostiene l’Aic nella nota, “è necessario precisare la genesi dell’errore materiale che ha portato a questo inaccettabile risultato per il quale è stato già dato mandato ad un legale specializzato di produrre formale ricorso alla graduatoria emanata dal Ministero. Il bando è stato emanato nel novembre del 2021 e la data di scadenza era fissata per il 23 di dicembre del 2021; l’accesso al bando era subordinato alla presenza di un operatore ‘industriale’ in grado di realizzare gli investimenti programmati. In novembre non vi era presenza di un’ azienda regionale di tali caratteristiche, ad esclusione della So.Ri.Cal. S.p.A. che, tuttavia, non avrebbe potuto partecipare poiché in stato di liquidazione e non operante sulle reti di distribuzione urbana ma solo sulla grande adduzione”.

La situazione a metà novembre

A metà novembre, si legge nel comunicato, “la situazione era la seguente: centinaia di Comuni che gestiscono il servizio in economia, piccole realtà aggregate territorialmente (Congesi, Lamezia Multiservizi, ecc) e un gestore all’ingrosso (So.Ri.Cal.), dunque un quadro gestionale frammentato e disorganizzato. L’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità ha dunque cercato una soluzione gestionale riqualificando la Società Cosenza Acque S.p.A. alla quale, nel 2010 era stato affidato il servizio per la provincia di Cosenza ma che, tuttavia, era rimasta cristallizzata, in termini operativi, a quell’anno”.

“In meno di un mese e grazie al senso di responsabilità dei Sindaci Soci di Cosenza Acque, la società – si puntializza – l’Azienda Speciale Consortile si è trasformata in Acque Pubbliche della Calabria”. La costituzione della stessa azienda è arrivata in data 22 dicembre 2021, “ossia  – è scritto nella nota – un giorno prima della scadenza del Bando. Il travagliato percorso di riqualificazione societaria della Cosenza Acque ha dovuto necessariamente transitare dall’approvazione della trasformazione societaria in tutti i Consigli Comunali dei Comuni soci della stessa, tuttavia il risultato della costituzione del nuovo operatore unico è stato ottenuto, si ribadisce, un solo giorno prima della chiusura del Bando.

Allegato “trasmesso di propria iniziativa”

“La costituzione dell’Azienda ha generato la possibilità dell’accesso ai fondi ma – scrive l’Autorità – i tempi contingentati e le dinamiche burocratiche di base ha prodotto un’enorme mole di attività documentali, tra le quali il rogito notarile, l’iscrizione della stessa alla Camera di Commercio, le cui dinamiche hanno generato una corsa all’ultimo respiro. Realizzata la trasformazione e affidato per Decreto Dirigenziale dell’Autorità Idrica, il servizio alla nuova azienda, si è stati in grado di avanzare la proposta di finanziamento al ministero”.

Nell’invio della documentazione tecnica richiesta dal Bando il 23 dicembre, ultimo giorno utile, “si è mancato di accludere l’allegato 4, ossia un allegato di complemento il cui contenuto, tra l’altro, è del tutto inapplicabile al contesto gestionale calabrese. Lo stesso allegato è comunque stato trasmesso – viene precisato – di propria iniziativa dall’Autorità nei giorni successivi e dunque in tempi ampiamente compatibili con la conclusione dell’istruttoria dello stesso bando, ma il ministero ha comunque deciso sia di escludere la proposta tecnica sia di negare all’Autorità l’istituto del Soccorso Istruttorio, sebbene lo stesso sia normato dalla legge”.

“Iniziative utili per la ricalibrazione della graduatoria”

“Benché  – continua la nota – all’orizzonte più prossimo vi siano ulteriori e sostanziali possibilità di accesso alle dotazioni finanziarie per il settore legate alle iniziative del P.N.R.R. è necessario perseguire tutte le iniziative utili alla ricalibrazione, da parte del Ministero, della graduatoria emanata. Infatti l’Avviso del PNRR ‘reti idriche’, pubblicato ieri dallo stesso Ministero, analogo, se non addirittura identico, per impostazione, finalità, interventi ammissibili e modalità di partecipazione a quello del ReAct-EU, non ricomprende, tra la documentazione da allegare alla proposta, nessun allegato relazionato alla capacità dell’iniziativa di generare entrate, quasi a confermare la ridondanza dell’Allegato 4 al bando ReAct”.

Il dato “vero” secondo l’Aic

“Il dato vero, comunque, che ci preme sottolineare – scrive l’Aic – non è l’esclusione da questo Bando della proposta dell’Autorità , ma la mancata coesione politico-istituzionale del territorio in grado di generare la fiducia istituzionale degli Enti sovraordinati (Ministero, ARERA) nel percorso intrapreso dalla Calabria per maturare le caratteristiche necessarie a realizzare gli investimenti. Rimane, infine, censurabile – a parere dell’autorità di gestione – l’appiglio alla burocrazia scelto dal Ministero per escludere la Calabria, che ha fatto, dunque, prevalere al reale scopo dell’iniziativa, ossia il miglioramento dell’obsoleto stato di consistenza del sistema infrastrutturale di distribuzione idrica, aspetti puramente formali”.

In programma una seduta assembleare

“Il nostro lavoro – è scritto infine – procede comunque, per questo, già nei prossimi giorni è in programma una seduta assembleare: la riorganizzazione del servizio idrico regionale, l’adesione da parte delle amministrazioni comunali, peraltro obbligatoria, al gestore Acque Pubbliche della Calabria, il quale, ad oggi, rappresenta il solo strumento per la partecipazione alle prossime iniziative economiche di settore, è l’obiettivo che ci siamo prefissati e che, grazie alla coesione e all’impegno dei sindaci calabresi, presto raggiungeremo”.

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