Acquamala, narcotraffico tra Crotone e Catanzaro: 19 condanne in appello (NOMI)

I giudici di secondo grado hanno rideterminato la pena per quattordici imputati. Immutata la condanna inflitta dal gup per altri cinque

di Gabriella Passariello- Quattordici condanne rideterminate e cinque confermate per i diciannove imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice “Acquamala”, che ha portato il 23 ottobre del 2019 all’esecuzione di 13 misure cautelari su un totale di 57 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con attività di spaccio anche nei pressi delle scuole e con il coinvolgimento di minori.

Le condanne rideterminate

Le condanne rideterminate

In particolare  la Corte di appello di Catanzaro, presieduta da Adriana Pezzo, a latere Giovanna Mastroianni e Ippolita Luzzo ha ridotto la pena rispetto alle condanne sentenziate dal gup il 15 gennaio 2021 nei confronti di Antonio Bevilacqua, a cui ha inflitto 2 anni di reclusione e 4mila euro di multa (in primo grado era stato condannato a 4 anni e 20mila di multa); Cosimo Bevilacqua, detto Cocò, 1 anno, 2 mesi, 6 giorni e 2mila euro di multa (in primo grado 1 anno, 9 mesi e 10 giorni);  Leonardo Bevilacqua, detto occhi di gatto, 2 anni e 4mila di multa (in primo grado 3 anni); Francesco La Forgia, 1 anno, 4 mesi di reclusione, 2660 euro di multa, (in primo grado  2 anni e 8 mesi); Antonio Manetta, detto “nanetto”, 12 anni di reclusione (in primo grado 14 anni di reclusione);  Nicola Manetta, detto trullo (41enne), 1 anno, 6 mesi, 20 giorni e 4mila euro di multa, (in primo grado 2 anni e 8 mesi); Nicola Manetta, (30enne), 1 anno, 4 mesi di reclusione e 2.660 euro di multa, (in primo grado 1 anno e nove mesi; Mario Mannolo, 2 anni, 2 mesi, venti giorno e 4mila euro di multa (in primo grado3 anni e 4 mesi); Roberto Pagliuso, 2 anni, 2 mesi, venti giorni e 6mila euro di multa, (in primo grado 4 anni e 4 mesi e 18mila di multa); Cosimo Passalacqua, detto Palalò, 8 anni e otto mesi di reclusione (in primo 16 anni e 8 mesi); Alessandro Perini, 7 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione (in primo grado 14 anni); Filippo Raso, 4 anni e ventimila euro di multa (in primo grado 6 anni e 8 mesi); Antonio Scicchitano, 2 anni, dieci mesi e 10mila euro di multa (in primo grado 6 anni di reclusione);  Giuseppe Stefanizzi, 2 anni e 2mila euro di multa (in primo grado 3 anni di reclusione).

Le condanne confermate in appello

I giudici di secondo grado hanno lasciato inalterato il verdetto inflitto dal gup nei confronti di Antonio Bevilacqua, alias Annibale, condannato a 14 anni e 11 mesi; Cosimo Manetta, a 20 anni di reclusione; Nicola Manetta, (35enne), a 20 anni di reclusione;Roberta Manetta, a 9 anni e 4 mesi di reclusione e di Manuel Santoro, condannato a 2 anni di reclusione.Gli avvocati difensori, nel cui collegio compaiono, tra gli altri, i nomi dei legali Mary Aiello, Stefano Nimpo, Aldo Truncè, Salvatore Iannone, Mario Lucente, Mario Prato e Tiziano Saporito, attenderanno il deposito delle motivazioni della sentenza per ricorrere in Cassazione. Nell’ambito della stessa inchiesta tre sono le assoluzioni sentenziate in primo grado e non appellate, mentre per altri 28 imputati, che hanno scelto il rito ordinario e già rinviati a giudizio davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Crotone, a luglio dello scorso anno sono state sentenziate 21 condanne e sette assoluzioni.

Il blitz

L’indagine, convenzionalmente denominata “Acquamala”, ha sgominato un’associazione criminale operante nel quartiere Acquabona di Crotone. Gli inquirenti hanno ricostruito gli assetti organizzativi della compagine criminale,  hanno documentato il traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, marijuana e hashish) e individuato i canali di approvvigionamento della droga da parte della famiglia Manetta, operante nel quartiere rom di Crotone, attraverso i loro rapporti con la famiglia Abbruzzese, attiva nella città di Catanzaro, la famiglia Mannolo di Cutro e comuni limitrofi, la famiglia Scerbo-Tarasi di Isola Capo Rizzuto, le famiglie Raso-Luccisano, la cui area di influenza è Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro.

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