Acri, da Parentela no all’ecodistretto a servizio ATO di Cosenza

«Mi stupisce che l’amministrazione comunale di Acri (CS) abbia offerto, da notizie stampa, la disponibilità ad accogliere l’ecodistretto a servizio dell’ATO di Cosenza per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti provenienti dal circuito pubblico regionale. Hanno ragione da vendere i cittadini, che si oppongono, del comitato civico No Ecodistretto». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Paolo Parentela, che aggiunge: «Intanto gli ecodistretti, previsti dal Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato dalla giunta Oliverio e sempre inattuato, sono impianti che potrebbero servire al sistema di gestione ma, come ribadiamo da anni, sono concepiti male in quanto a supporto di Ato con estensione troppo grande per avere piena efficienza.

Meglio sarebbe stato – evidenzia il deputato – prevedere Ato di piccole dimensioni con impianti di trattamento di prossimità e meno impattanti. Ad ogni modo, il sito individuato per la costruzione dell’ecodistretto in questione ricadrebbe all’interno di una Deformazione profonda gravitativa di versante, cioè nel mezzo di un imponente movimento franoso molto conosciuto e studiato dai geologi, che tra l’altro negli anni passati ha portato anche alla chiusura della Statale 660, con conseguente isolamento della stessa Acri». «Inoltre, se – avverte il parlamentare M5S – nel progetto di realizzazione di questo ecodistretto, tutto da scoprire, fosse compreso anche il trattamento delle frazioni organiche, si dovrebbe obiettare che il sito è posto ad una distanza molto inferiore dei due chilometri previsti dal Piano regionale rispetto all’abitato. Questi due importanti vincoli non potranno essere superati da una semplice volontà politica di insediare l’ecodistretto proprio in quel territorio. Numerosi disagi avrebbero i cittadini di Acri e comuni limitrofi a causa del traffico veicolare dei tir carichi di rifiuti passanti per quella strada».

Meglio sarebbe stato – evidenzia il deputato – prevedere Ato di piccole dimensioni con impianti di trattamento di prossimità e meno impattanti. Ad ogni modo, il sito individuato per la costruzione dell’ecodistretto in questione ricadrebbe all’interno di una Deformazione profonda gravitativa di versante, cioè nel mezzo di un imponente movimento franoso molto conosciuto e studiato dai geologi, che tra l’altro negli anni passati ha portato anche alla chiusura della Statale 660, con conseguente isolamento della stessa Acri». «Inoltre, se – avverte il parlamentare M5S – nel progetto di realizzazione di questo ecodistretto, tutto da scoprire, fosse compreso anche il trattamento delle frazioni organiche, si dovrebbe obiettare che il sito è posto ad una distanza molto inferiore dei due chilometri previsti dal Piano regionale rispetto all’abitato. Questi due importanti vincoli non potranno essere superati da una semplice volontà politica di insediare l’ecodistretto proprio in quel territorio. Numerosi disagi avrebbero i cittadini di Acri e comuni limitrofi a causa del traffico veicolare dei tir carichi di rifiuti passanti per quella strada».

«Ancora una volta, sia l’amministrazione comunale che la Regione – conclude Parentela – si dimostrano totalmente incapaci di affrontare a modo un problema serio come quello dei rifiuti. Pure in questo settore la Calabria è ancora all’anno zero».

Redazione Calabria 7

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