di Gabriella Passariello- Ha retto in primo grado l’impianto accusatorio della Dda nei confronti di esponenti di vertice, organizzatori degli approvvigionamenti e della distribuzione di droga, vedette e fornitori, finiti nell’inchiesta Aesontium, che mira a far luce su un fiorente mercato di marijuana, hashish, cocaina e eroina, nel fortino rom di viale Isonzo, zona a sud del capoluogo di regione. Il gup distrettuale del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha inflitto 13 condanne a pene comprese tra i diciassette e i quattro anni di reclusione per gli imputati giudicati con rito abbreviato.
Le condanne inflitte e le richieste della Dda
Le condanne inflitte e le richieste della Dda
In particolare il giudice ha condannato Marco Bevilacqua, a 17 anni (il pm ha invocato 20 anni di reclusione), Gianluca Bevilacqua, detto Felice, 16 anni e 4 mesi (il pm ha chiesto 16 anni); Giuliano Bevilacqua, 4 anni (il pm ha invocato 4 anni di reclusione); Alfredo Benassai, 4 anni, 2 mesi e 20 giorni (il pm ha invocato 4 anni e 3 mesi di reclusione); Francesca Martelli, detta “Subaru”, 16 anni e 8 mesi (il pm ha chiesto 18 anni di reclusione); Donato Bevilacqua, detto “Mario” o occhio storno, 16 anni (il pm ha chiesto 20 anni di reclusione); Fabio Bevilacqua, 18 anni e 6 mesi (il pm ha chiesto 20 anni di reclusione); Francesco Bevilacqua, 6 anni e sei mesi (il pm ha invocato 7 anni e 4 mesi di reclusione); Cosimo Bevilacqua, detto “Coccolino”, 7 anni e 8 mesi (così come richiesto dal pubblico ministero in aula); Antonietta Passalacqua, 7 anni (il pm ha chiesto 7 anni e 4 mesi); Isa Garuja, inteso “Antonio”, 6 anni e 8 mesi (il pm 8 anni e 4 mesi di reclusione); Silvana Vecceloque Pereloque, alias culu e vacca, 8 anni e 4 mesi (come richiesto dalla Dda in aula) e Stefano Bevilacqua, 4 anni e 6 mesi. Altri ventotto imputati coinvolti nella stesso troncone di inchiesta, che hanno optato per il rito ordinario sono già stati rinviati a giudizio e per loro è in corso il processo dibattimentale (LEGGI QUI). Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, furto e porto abusivo di armi, ricettazione ed estorsione.
Baby pusher al servizio dell’organizzazione
L’inchiesta Aesontium, che ha portato il 12 ottobre dell’anno scorso i carabinieri del Reparto operativo, diretto dal colonnello Roberto di Costanzo e gli uomini della Squadra mobile, guidata dal dirigente Fabio Catalano, a notificare un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 21 indagati, di cui 9 in carcere e 12 ai domiciliari, (LEGGI), scaturisce da due distinte attività investigative, condotte rispettivamente dall’Arma dei Carabinieri e l’altra dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, confluita poi in un’unica indagine, nata da un sequestro di droga avvenuto nel settembre del 2016. Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire i ruoli di ogni componente dei due sodalizi: dal vertice fino alla manovalanza; dagli approvvigionamenti che avvenivano tramite un indagato di origini albanesi che dimorava in Puglia e da elementi contigui alle cosche del versante della costa ionica fino alla distribuzione al dettaglio spesso affidata a minorenni, in alcuni casi anche baby-pusher. Nel quartiere dello spaccio c’era di tutto: marijuana, hashish, cocaina, eroina. Una sorta di centro commerciale all’area aperta dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Il collegio difensivo
Tra gli avvocati impegnati nel collegio difensivo compaiono, tanto nel rito ordinario che nell’abbreviato, tra gli altri, i nomi degli avvocati Nicola Tavano, Piero Chiodo, Alessandro Guerriero, Mary Aiello, Giuseppe Gervasi, Salvatore Iannone, Anna Marziano, Stefano Nimpo, Antonio Larussa, Alessio Spadafora, Leopoldo Marchese, Giuseppe Menzica, Orlando Sapia e Federico Sapia.
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