Uccide la moglie e si toglie la vita, prima aveva chiamato la madre in Calabria

Dalle prime informazioni raccolte, l'uomo prima di lasciare l'abitazione avrebbe chiamato la madre in Calabria che avrebbe immediatamente allertato il 118
accoltellato centro commerciale

Dramma all’alba a Rivoli, in provincia di Torino, oggi sabato 28 ottobre. Un uomo che aveva 36 anni, ha ucciso la propria moglie 32enne, e poi si è suicidato. Il femminicidio è avvenuto presso l’abitazione dei due. Subito dopo l’uomo è uscito dall’abitazione e si è recato sul posto di lavoro a Orbassano dove si è ucciso buttandosi giù da un silos. Entrambi sarebbero originari della provincia di Salerno, lei di Nocera Inferiore, lui di Pagani.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo, avrebbe ucciso la moglie ferendola alla gola, poi si sarebbe recato presso la Massifond di via Circonvallazione esterna, una fonderia che lavora nell’indotto dell’automotive, a una ventina di minuti d’auto di distanza, dove lavorava come operaio. Con lui ha portato la figlia di tre anni che ha poi affidato a un collega; quindi si sarebbe allontanato per compiere l’estremo gesto. Ancora non si conoscono le motivazioni di questo dramma. La bambina comunque sta bene ma è stata portata all’ospedale Regina Margherita da un parente e collega subito accorso in azienda per un controllo.

Dalle prime informazioni raccolte, l’uomo prima di lasciare l’abitazione avrebbe chiamato la madre in Calabria che avrebbe immediatamente allertato il 118 che a sua volta ha avvertito i carabinieri che, giunti nell’abitazione della coppia, hanno trovato la vittima. I militari dell’Arma sono ora sul posto per cercare di ricostruire l’accaduto.

“Li sentivo litigare spesso, l’ultima volta era stata mercoledì, perché lei non gli aveva risposto al telefono”, è Ii racconto è di una vicina della coppia di Rivoli (Torino). I due abitavano nel condominio alla periferia della cittadina da pochi anni: erano arrivati lì con la loro quando la loro piccola era appena nata. In quella stessa casa l’uomo era stato agli arresti domiciliari per circa un anno, ma aveva poi ripreso a lavorare. Al momento non sono stati trovati biglietti d’addio da parte del 36enne.

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