Agente immobiliare droga una coppia e stupra donna durante una compravendita

Durante l'appuntamento ha versato benzodiazepine in una bevanda e ha sequestrato in casa la famiglia con una bimba di pochi mesi

Con l’accusa di violenza sessuale per aver narcotizzato una giovane coppia e aver abusato della donna durante un appuntamento per la compravendita di un box, un agente immobiliare con studio in via Montenapoleone a Milano è stato arrestato dai carabinieri. L’uomo ha agito nonostante all’appuntamento ci fosse anche la figlia dei due, di pochi mesi. L’agente immobiliare arrestato si chiama Omar Confalonieri, 48 anni. Già condannato nel 2009 a Monza per violenza sessuale con lo stesso schema su una donna, era stato poi riabilitato dal Tribunale dopo aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo. Altre due presunte vittime dell’uomo, intanto, hanno già preso contatti con gli inquirenti e potrebbero essercene altre ancora.

Interrogato stamani dal gip di Milano Stefania Pepe, davanti all’aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri, Confalonieri ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte all’accusa. Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo avrebbe tenuto sotto sequestro la famiglia (nella loro casa, dove ha commesso le violenze, c’era pure una bimba di pochi mesi) per “8 ore”. Gli abusi commessi, dopo aver reso incosciente la coppia con un farmaco a base di benzodiazepine messo in un drink, sono stati anche ripresi, a quanto si è saputo, da telecamere di sorveglianza collocate nell’appartamento, dove i due avevano invitato l’uomo per la vendita del box. Già altre due donne si sono fatte avanti per raccontare abusi che avrebbero subito con le stesse modalità, ma investigatori e inquirenti ritengono che anche altre vittime potrebbero aver subito violenze con lo stesso “schema”.

Interrogato stamani dal gip di Milano Stefania Pepe, davanti all’aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta condotta dai carabinieri, Confalonieri ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere di fronte all’accusa. Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo avrebbe tenuto sotto sequestro la famiglia (nella loro casa, dove ha commesso le violenze, c’era pure una bimba di pochi mesi) per “8 ore”. Gli abusi commessi, dopo aver reso incosciente la coppia con un farmaco a base di benzodiazepine messo in un drink, sono stati anche ripresi, a quanto si è saputo, da telecamere di sorveglianza collocate nell’appartamento, dove i due avevano invitato l’uomo per la vendita del box. Già altre due donne si sono fatte avanti per raccontare abusi che avrebbero subito con le stesse modalità, ma investigatori e inquirenti ritengono che anche altre vittime potrebbero aver subito violenze con lo stesso “schema”.

I precedenti

Confalonieri, all’epoca 34enne, era già stato arrestato nel marzo del 2008 (e poi condannato nel 2009 dal Tribunale di Monza) con l’accusa di aver violentato una collega di 18 anni, in una zona agricola a Lentate sul Seveso, dopo averla resa incosciente anche in quel caso con dei sonniferi. In seguito, stando a quanto riferito in Procura, dove aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo l’uomo è stato “riabilitato” con decisione del Tribunale di Milano arrivata, come riferito, nel 2013. E’ emersa dalle intercettazioni “la presenza di numerosi contatti intrattenuti” da Omar Confalonieri, “con le proprie clienti che, fidandosi dell’apparente rapporto professionale instaurato” con lui, “si accordano con l’uomo affinché egli possa recarsi presso le loro abitazioni per svolgere il proprio incarico”. E queste donne, dunque, “potrebbero essere agevolmente indotte in stato di incapacità” dal 48enne, “che agisce sempre con il medesimo modus operandi, diventando così oggetto delle perversioni sessuali di questo, private di qualsiasi capacità di reazione e di difesa”. Lo scrive il gip di Milano Stefania Pepe nell’ordinanza di custodia cautelare mettendo in luce come l’uomo disponga per il suo lavoro di una “ampia rete di contatti con numerose donne” e evidenziando, dunque, il pericolo di reiterazione del reato, la sua “spiccata capacità criminale” e la “elevata pericolosità sociale”.

Il giudice, accogliendo la richiesta di custodia in carcere dell’aggiunto Mannella e del pm Menegazzo nell’inchiesta condotta dai carabinieri, spiega che Confalonieri, sospetto violentatore seriale e già condannato nel 2009, è “titolare dell’impresa individuale ‘Confalonieri Real Estate'” con un ufficio in via Montenapoleone a Milano, ha un’ampia rete di contatti con clienti, donne in particolare, e “nella sua disponibilità” ha “molteplici appartamenti e locali dove poter condurre con l’inganno le proprie vittime e qui narcotizzarle e abusare di loro“. Al termine delle oltre 50 pagine di ordinanza il gip, dopo aver ricostruito dettagliatamente gli abusi nei confronti della famiglia, fa riferimento alla “elevata capacità criminale” di Confalonieri e chiarisce che “nessun effetto deterrente ha evidentemente esercitato” su di lui nemmeno “la pregressa condanna per analoghi” fatti.

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