Aggredisce a morsi un carabiniere, in carcere manovale nigeriano

"Per il violento aggressore non ci possono essere attenuanti. Deve essere rimpatriato nel suo paese d'origine e scontare lì la sua pena", ha detto un deputato
arresti Reggio e Gioia Tauro

È in carcere a Uta (Cagliari), arrestato per lesioni gravi, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, un manovale nigeriano di 36 anni, che giovedì sera ha aggredito a morsi un carabiniere, lacerandogli la pelle dell’avambraccio sinistro. La vittima, un militare del Norm-Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Quartu Sant’Elena che era intervenuto con un collega per sedare un litigio, è stato ricoverato in ospedale: l’aggressore gli ha asportato un rettangolo di pelle lungo 15 centimetri e largo otto. La prognosi iniziale è di 30 giorni, ma per carabiniere, che è stato morso anche al petto seppure in modo non altrettanto grave, si prospetta un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva. L’altro militare della pattuglia è stato raggiunto da un pugno: i medici gli hanno assegnato sette giorni di cure.

Dopo l’aggressione, l’uomo si è rifugiato in un supermercato

Dopo l’aggressione, l’uomo si è rifugiato in un supermercato

I due militari sono intervenuti ieri sera, attorno alle 20, a Settimo San Pietro in provincia di Cagliari negli uffici di un’impresa edile, su richiesta del titolare, che aveva chiamato il 112 per segnalare una violenta lite con un suo dipendente. Quando la pattuglia è arrivata sul posto, il manovale era agitato e si è scagliato contro i due carabinieri, con calci, pugni e morsi. Dopo l’aggressione, il nigeriano, è scappato e si è rifugiato in un vicino supermercato, prima di essere rintracciato dai colleghi delle due vittime, chiamati nel frattempo. L’uomo, con regolare permesso di soggiorno, è già noto alle forze dell’ordine. Una volta arrestato, per lui si sono aperte le porte del carcere.

I militari non hanno in dotazione il taser

“I militari delle stazioni non hanno in dotazione il taser”, si rammarica Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo sindacato carabinieri (Nsc), “e forse si sarebbe rivelato di vitale importanza per l’incolumità del collega. Chiediamo, a chi ne ha la responsabilità, di superare questa impasse, attesa la necessità e utilità dello strumento che aiuta a evitare i contatti ravvicinati con le persone esagitate, a tutela degli operatori su strada”.

“Tutelare l’incolumità delle forze dell’ordine””

Interviene anche il sindacato Pianeta Sindacale Carabinieri (Psc), con il segretario nazionale, Luigi Pettineo, e quello generale, Vincenzo Romeo: “Si rende assolutamente necessario l’intervento delle competenti autorità, perché analoghe condotte non debbano ripetersi”, dichiarano i due esponenti del Psc. “L’escalation di violenza contro gli operatori di polizia ha evidenziato l’inadeguatezza degli attuali provvedimenti normativi e la necessità di tutelare con ogni strumento l’incolumità di chi deve necessariamente esportasi a grave pericolo per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Deputato chiedere l’espulsione dell’aggressore

Solidarietà ai due carabinieri ha espresso anche il deputato sardo di FdI Salvatore Deidda, componente della commissione Difesa della Camera: “Ci battiamo affinché vengano forniti ai nostri uomini e donne in divisa che, ogni giorno, rischiano la propria vita per difendere la nostra, gli strumenti adeguati per compiere in piena sicurezza il proprio lavoro come il taser e la body-cam. Per il violento aggressore non ci possono essere attenuanti. Deve essere rimpatriato nel suo paese d’origine e scontare lì la sua pena”. (Agi)

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