Agguato contro armiere clan nel Vibonese: armi e auto trovate bruciate

La polizia ha ritrovato l’auto usata nella tarda serata di domenica per tendere l’agguato contro Domenico Signoretta che si trovava agli arresti domiciliari a Nao di Ionadi, paese alle porte di Vibo Valentia. L’auto è stata trovata bruciata nei pressi del cimitero di Ionadi con all’interno – in parte carbonizzate – le armi presumibilmente usate per portare a termine l’azione di fuoco.

Contro Signoretta sono stati esplosi oltre 30 colpi d’arma da fuoco – fra pistole e mitragliette – con la vittima designata che è riuscito miracolosamente a scampare all’agguato rifugiandosi dietro un muretto. Auto ed armi sono state sequestrate e saranno sottoposte ad esami di carattere tecnico-scientifico utile allo sviluppo delle indagini. Domenic Signoretta – che si trova tuttora ai domiciliari dopo essere stato condannato a 7 anni in primo e secondo grado per detenzione illegale di armi ed a 12 anni per narcotraffico – viene ritenuto fra gli uomini più fidati del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, sorvegliato speciale irreperibile dal giugno dello scorso anno quando il figlio Emanuele ha iniziato a collaborare con la giustizia.

Contro Signoretta sono stati esplosi oltre 30 colpi d’arma da fuoco – fra pistole e mitragliette – con la vittima designata che è riuscito miracolosamente a scampare all’agguato rifugiandosi dietro un muretto. Auto ed armi sono state sequestrate e saranno sottoposte ad esami di carattere tecnico-scientifico utile allo sviluppo delle indagini. Domenic Signoretta – che si trova tuttora ai domiciliari dopo essere stato condannato a 7 anni in primo e secondo grado per detenzione illegale di armi ed a 12 anni per narcotraffico – viene ritenuto fra gli uomini più fidati del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, sorvegliato speciale irreperibile dal giugno dello scorso anno quando il figlio Emanuele ha iniziato a collaborare con la giustizia.

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