Agricoltura biologica “made in Calabria”, sbloccati sussidi per 24 milioni di euro

Operativi, dopo anni di attesa, gli interventi previsti per l’agricoltura biologica a favore delle forme di produzione a ridotto impatto ambientale

“Al via gli interventi per l’agricoltura biologica, con il segmento del bio che vede la Calabria forte con più di un campo su 3 in bio 36,4%, nonostante gli agricoltori siano stretti tra speculazioni e caro bollette, aggravati dalla guerra in Ucraina”. A darne notizia è Coldiretti Calabria , dopo la firma del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole con cui diventano operativi, dopo anni di attesa, gli interventi previsti dalla Legge di Bilancio 2020 per il settore dell’agricoltura biologica. La legge di Bilancio aveva istituito il “Fondo per l’agricoltura biologica”, con l’obiettivo – spiega Coldiretti Calabria – di dare attuazione a interventi a favore delle forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e distretti di agricoltura biologica e di ogni attività a queste connessa, con una dotazione che nel 2021 è stata ulteriormente incrementata, per arrivare ad una disponibilità totale, per il 2020 e il 2021, di 24 milioni di euro e che vedrà per ciascun anno successivo una dotazione di 5 milioni di euro.

Modello produttivo attento all’ambiente e alle persone

Modello produttivo attento all’ambiente e alle persone

“L’obiettivo è di favorire forme aggregative e partecipative nei rapporti tra i differenti soggetti delle filiere biologiche – aggiunge Coldiretti Calabria- implementando la transizione ecologica del comparto, lo sviluppo, la collaborazione e l’integrazione fra i soggetti della filiera, stimolare le relazioni di mercato e garantire ricadute positive sulla produzione agricola di prossimità e sull’economia del territorio. Coldiretti – spiega Vincenzo Abbruzzese vice-presidente Coldiretti Calabria e componente nazionale di Coldiretti Bio – è da tempo convinta che sia necessario per il biologico ritrovare la sua dimensione agricola, saldamente legata al territorio di produzione e per questo auspica che questi obiettivi possano guidare lo sviluppo di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone, di cui le aziende agricole sono da tempo protagoniste e che contano, nella nostra regione, un patrimonio di oltre 11mila aziende agricole coinvolte su un totale nazionale di 80.643. Una crescita alla quale fa però da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari che registra un incremento”.

Nessun passo indietro sulla sicurezza alimentare

“Grazie alla ricerca il settore biologico può diventare un formidabile strumento di valorizzazione e un bacino di approvvigionamento – aggiunge Coldiretti Calabria- di prodotti di alta qualità e un valore aggiunto per gli enti pubblici sensibili alla corretta alimentazione di adulti e bambini. E’ necessario al contempo che tutti i prodotti che entrano nei confini regionali, nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della sicurezza dei consumatori, perché dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore. L’attenzione dei consumatori di cibo biologico ha portato alla realizzazione nei Mercati di Campagna Amica di spazi destinati alle produzioni agroalimentari biologiche, oltre alle Botteghe Italiane completamente bio e numerosi agriturismo di Campagna Amica che hanno impostato la ristorazione proprio sulle produzioni aziendali bio. Altro punto centrale del progetto di Coldiretti sul biologico è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, che deve diventare un preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni). La continua richiesta di prodotti freschi e di stagione stimola l’imprenditore biologico a ricercare ulteriori forme di contatto commerciale con il consumatore. I timori dei consumatori, innescati dal Covid e soprattutto dagli scandali alimentari, si sono tradotti – aggiunge Vincenzo Abbruzzese – in una seria preoccupazione per la sicurezza alimentare e in una domanda crescente di garanzie di qualità e maggiori informazioni sui metodi di produzione. L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari e non può accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Italy campo alla tavola, con la leadership Ue proprio nel biologico”.

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