Lunedì 6 marzo, Francesco Trentinella di Palmi, riceve un messaggio con una richiesta di aiuto da parte di un giovane ucraino che aveva conosciuto alcuni anni fa e con cui erano rimasti in contatto. Nel messaggio il giovane spiega le condizioni in cui lui e il suo Paese stanno vivendo durante il conflitto con la Russia e chiede se può dargli una mano di aiuto. Letto il messaggio, il giovane palmese non perde tempo e insieme alla moglie Debora – aiutati dall’Associazione “Il mio amico Jonathan di Palmi” – organizzano tempestivamente una raccolta di beni di prima necessità in tutta la piana di Gioia Tauro.
Il cuore della Piana
Il cuore della Piana
Tantissime sono state le donazioni ricevute, da Palmi, Gioia Tauro, Rosarno e altre ancora, la popolazione ha mostrato da subito il suo gran cuore e la voglia di aiutare. In pochissimi giorni si è raccolta una grande quantità di beni di prima necessità. Francesco e altri due volontari, Alessandro Iannello e Calin Teodor Mitre (alias Carlo) – dato il bisogno urgente di inviare aiuti, medicine e derrate alimentari – prendono un furgone e nella notte successiva, esattamente alle 4:15, iniziano il loro viaggio (a proprie spese) in direzione di Siret, città rumena ai confini con l’Ucraina.
Trentotto ore di viaggio da Palmi sino al punto di destinazione. Una volta arrivati a destinazione, appena scaricati i pacchi, i tre rimangono allibiti dopo aver visto coi propri occhi gli effetti della guerra. Nel centro in cui hanno portato gli aiuti, i volontari scorgono molti bimbi soli. Sul confine, come si denota dal filmato, si notano auto scappare con la scritta “Bambini”, in modo da non essere bersaglio di possibili attacchi da parte dei russi.
“Una richiesta di aiuto”
Il viaggio non è stato esente da difficoltà sulla percorrenza, neve alta, montagne, un guasto al motore sul viaggio di ritorno. Ma l’obiettivo è stato raggiunto: gli aiuti umanitari raccolti dal buon cuore della popolazione della Piana di Gioia Tauro sono arrivati a destinazione. Francesco, Alessandro e Carlo, nella giornata di domenica erano già di rientro nelle proprie case. Alla domanda sul perché avessero fatto tale gesto, la risposta di Francesco è stata semplice: “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito figliuolo, allo stesso modo noi abbiamo sentito in cuor nostro il desiderio di dare tutto noi stessi per poter rispondere a quella richiesta di aiuto proveniente dal popolo ucraino”.