Aiuta l’amica a partorire, poi la uccide e fugge col bambino: condannata a 60 anni

I parenti della giovane hanno riferito che il corpo presentava ferite multiple alla testa che potrebbero essere state inferte con un machete

Sessant’anni di carcere. È la pesante pena che un tribunale di El Salvador ha inflitto a una ragazza di 22 anni, studentessa di infermieristica, che dopo aver forzatamente indotto il parto di un’amica incinta  l’ha uccisa e si è appropriata del bimbo appena nato. I fatti risalgono al luglio scorso ma la sentenza è stata emessa pochi giorni fa. Protagonista Gloria Estefany Ramírez Carías, residente nel comune di San Antonio del Monte del dipartimento di Sonsonate.

Coma spiega il quotidiano El Mundo, il 22 luglio 2022 la 22enne ha circuito un’amica, identificata come Victoria H., di 21 anni, incinta di sette mesi, provocandole con la forza il parto per poi ucciderla. Poco dopo l’infermiera si è recata nell’ospedale Jorge Mazzini di Sonsonate, dove ha presentato il neonato come suo.  I medici però hanno voluto vederci chiaro ed hanno avvisato le autorità, perché i fatti che la donna aveva loro raccontato non corrispondevano alle sue condizioni né a come, secondo lei, era avvenuto il travaglio. La polizia l’ha arrestata e, dopo rapide indagini, ha scoperto il cadavere della vittima nella sua residenza.

Coma spiega il quotidiano El Mundo, il 22 luglio 2022 la 22enne ha circuito un’amica, identificata come Victoria H., di 21 anni, incinta di sette mesi, provocandole con la forza il parto per poi ucciderla. Poco dopo l’infermiera si è recata nell’ospedale Jorge Mazzini di Sonsonate, dove ha presentato il neonato come suo.  I medici però hanno voluto vederci chiaro ed hanno avvisato le autorità, perché i fatti che la donna aveva loro raccontato non corrispondevano alle sue condizioni né a come, secondo lei, era avvenuto il travaglio. La polizia l’ha arrestata e, dopo rapide indagini, ha scoperto il cadavere della vittima nella sua residenza.

Il Sonsonate Institute of Legal Medicine ha stabilito che la vittima era deceduta per soffocamento dovuto alla compressione meccanica del collo. Tuttavia, i parenti della giovane donna hanno riferito che il corpo presentava ferite multiple alla testa che potrebbero essere state inferte con un machete. Al termine di un processo durato sei giorni e celebrato con la partecipazione di 27 testimoni e con prove peritali e documentali presentate dalla Procura, la giovane infermiera è stata condannata a 60 anni di carcere: 45 per omicidio aggravato, due per gravidanza o parto simulati e 13 per tentato omicidio.

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