Il Covid-19 è un virus sconosciuto, che l’umanità sta scoprendo per la prima volta in questi mesi. Anche la comunità scientifica, proprio per le ragioni di prima, non è omogenea nelle valutazioni e nelle previsioni.
Abbiamo tutti osservato come in questi mesi anche i più esperti virologi si siano trovati in contrasto, non sulla struttura e su come il virus muti, ma sugli effetti che le alte temperature possono avere sulla forza della malattia. C’è chi sostiene che il virus non è sensibile al caldo e che, dunque, proseguirà anche in estate in Italia, vedi virologi come Ilaria Capua o Roberto Burioni, altri invece sostengono che sparirà proprio con il caldo dal nostro Paese.
Abbiamo tutti osservato come in questi mesi anche i più esperti virologi si siano trovati in contrasto, non sulla struttura e su come il virus muti, ma sugli effetti che le alte temperature possono avere sulla forza della malattia. C’è chi sostiene che il virus non è sensibile al caldo e che, dunque, proseguirà anche in estate in Italia, vedi virologi come Ilaria Capua o Roberto Burioni, altri invece sostengono che sparirà proprio con il caldo dal nostro Paese.
Lo hanno previsto gli esperti dell’ordine nazionale degli Attuari, che analizzano i mercati relativi alle assicurazioni e che sostengono come per luglio il Covid non ci sarà più in Italia. E lo dicono anche in audizione al Senato Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ed in un’intervista al Corriere Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele di Milano.
Sono tutti d’accordo nel sostenere che è un dato di fatto che il virus abbia perso forza e la stia perdendo ulteriormente, poiché muta sì, ma indebolendosi. “Stiamo osservando – ha detto Ciccozzi in Senato- che il virus di Covid-19 sta perdendo potenza. Sta continuando a mutare. Ma sta facendo mutazioni che a lui non sono più utili”. La perdita di potenza del virus “la vediamo dal minor numero di decessi (dovuti alle infezioni pregresse) e dal minor numero di persone in terapia intensiva. Questo è dovuto sicuramente alle terapie ma anche alla perdita di potenza del virus. Non sappiamo quanto dura l’immunità. Anche se sappiamo che c’è”.
Dello stesso parere è anche Massimo Clementi: “E’ molto probabile che l’arrivo del caldo possa influenzare il livello di aggressività del germe”. In esclusiva a Calabria 7, aggiungiamo noi, il virologo Giulio Tarro ha affermato ieri che il virus sparirà, perché si sta indebolendo e il caldo contribuirà a renderlo ancor più debole, anche in autunno, quando alcuni esperti ipotizzano la seconda ondata di coronavirus.
Ed in ultimo, ad avallare tale previsione arriva la conferma di uno studio proveniente dalla Russia, secondo cui il coronavirus è completamente inattivo, o perde la sua capacità di causare la malattia, quando le temperature dell’aria sono superiori a 30 gradi sopra lo zero. Lo sostiene il Rospotrebnadzor, l’Autorità per la Salute russa, in un bollettino diffuso attraverso il suo canale Telegram. Dunque, non resta che rimanere ad osservare chi ha ragione, anche se la speranza, soprattutto per una regione come la Calabria che nella stagione del caldo punta tantissimo, anche e soprattutto economicamente, è che abbia ragione chi sposa la visione ottimistica, proprio ora che di ottimismo se ne ha tanto bisogno. (a.m.)