Alemanno incontra i sostenitori calabresi e attacca il governo Meloni e il suo ex partito (FOTO)

La rinascita politica dell'ex parlamentare e sindaco di Roma che riparte dal territorio e delinea le direttrici nazionali del suo Movimento

Come anticipato nei giorni scorsi, una nuova realtà politica nazionale si affaccia anche nel Vibonese. Partendo dalla esperienza e dai valori della destra sociale, il Movimento per l’Italia intitolato ad “Adriano Romualdi”, esponente della destra politica e culturale prematuramente scomparso, si rivolge ai tanti “mondi del dissenso trasversali e non ideologici, alle liste civiche che esprimono una parte importante della politica italiana (proprio quella più radicata nel territorio e meno disponibile a piegare la testa alle imposizioni dei partiti), alle rappresentanze della società civile, e quindi organizzazioni di categoria e rappresentanze sindacali, ordini professionali, fondazioni e casse di previdenza, mondo dell’associazionismo, Camere di Commercio e Università”.
A guidarlo a livello nazionale è l’ex parlamentare ed ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che questo pomeriggio ha incontrato i simpatizzanti al 501 Hotel. Un evento coordinato dall’avvocato Giuseppe Scianò, giornalista e per più legislature assessore al comune di Vibo, già designato quale presidente del neocostituito Comitato Territoriale Provinciale di Vibo del Forum dell’Indipendenza Italiana, che ha avuto quale scopo quello di procedere alle adesioni al movimento.

La rinascita politica di Alemanno e la delusione verso il Governo Meloni e FdI

La rinascita politica di Alemanno e la delusione verso il Governo Meloni e FdI

Naturalmente l’attesa maggiore era per Alemanno la cui figura è stata tratteggiata inizialmente da Scianò, dai suoi trascorsi politici, che lo portarono alla guida del Comune di Roma, fino alla sua incriminazione per associazione a delinquere e corruzione; accuse per le quali è uscito scagionato con sentenza della Cassazione, ma che però “sono state sufficienti a tarpargli le ali, e anche se ha continuato a fare politica (movimento nazionale per la sovranità) le vicende giudiziarie lo hanno fiaccato dal punto di vista politico. Ma oggi è tornato nell’agone, lanciando il Movimento per l’Italia, a fine luglio scorso, con la realizzazione del Manifesto di Orvieto, che porterà in autunno alla creazione di un nuovo partito”.
E Alemanno nel suo intervento ha evidenziato la collocazione politica del Movimento il cui punto di partenza “è la delusione verso il governo Meloni che doveva rappresentare un cambiamento radicale rispetto all’esecutivo Draghi ma senza riuscirvi, come nella guerra in Ucraina che invece ha subito un’accelerazione. Se si promette alla gente di cambiare nell’interesse nazionale – ha aggiunto – bisogna mantenere la parola data”.
Ma la delusione è anche quella di Alemanno verso il suo ex partito: “Se questo governo si muove in tale direzione ciò è dovuto al fatto che Fratelli d’Italia ha avuto una mutazione genetica, elidendo dal suo dna la Destra sociale, diventando un partito conservatore-liberista, punto di riferimento per una sorta di sezione italiana del partito conservatore americano, con le medesime impostazioni. Ecco perché bisognava creare una voce diversa, e con il Forum dell’indipendenza italiana, ben 40 sigle di movimenti e circoli si sono aggregate attorno al manifesto di Orvieto in cui vengono sintetizzate le idee diverse rispetto a quelle del centrodestra. In autunno si deciderà se trasformarsi in un partito anche perché riteniamo ci sia uno spazio del 10% all’interno del contenitore politico di centrodestra”.
Non poteva restare avulso dal ragionamento dell’ex sindaco della Capitale anche l’ondata migratoria che “deriva dalle scelte di sostenere la guerra in Ucraina sottraendo però risorse per contrastare il fenomeno; a questo si aggiunge un atteggiamento accondiscendente verso l’Ue”. Le contromisure, a parere di Alemanno sono l’attuazione di “politiche di contrasto serie in Nordafrica perché queste persone non devono partire altrimenti impossibile contenerne l’arrivo e sarà impossibile espellerle”.

Le direttrici del Movimento per le amministrative e sul piano nazionale

Tornando a parlare di politica, il massimo esponente del movimento ha annunciato l’apertura a liste civiche del territorio in occasione delle amministrative “per contribuire alle esigenze dei cittadini del territorio”, mentre a livello nazionale non si esclude di andare da soli nel caso le candidature fossero calate dall’alto. Insomma, da Alemanno una rottura con i suoi vecchi compagni di partito perché a suo giudizio sono loro ad essere cambiati: “Noi non siamo la destra della destra, ovviamente abbiamo fortissime radici nella Destra sociale ma parliamo a tutti perché i problemi di oggi riguardano tutti”.
Tre, quindi le direttrici che animano il movimento. La prima è geopolitica con il no all’impegno dell’Italia in guerra “perché rappresenta una impostazione atlantica nel momento in cui si sta aprendo un mondo multipolare. L’Europa non ha fatto alcuna proposta di pace credibile. Io credo che bisognerebbe proporre smettere di inviare le armi in Ucraina in cambio di un cessate il fuoco ma questa eventualità non è mai stata ventilata per aprire un tavolo delle trattative e avviare le procedure di raffreddamento”. La seconda direttrice è economico-sociale in quanto “riteniamo che la Ue, con i suoi vincoli, sia alla base del mancato sviluppo del nostro Paese ed è grave idea di reintroduzione Patto di stabilità con una guerra in corso. Noi siamo sempre più una colonia che subisce il vincolo esterno dell’Ue”; infine tecnologica in quanto lo Stato “deve ripristinare la propria sovranità in questo campo mentre invece scelte esterne continuano a condizionare la vita dei cittadini come sta succedendo, ad esempio, con la campagna vaccinale Covid senza un vero fondamento scientifico, con l’intelligenza artificiale, la transizione green ed altro. Per contrastare tutto ciò – ha aggiunto Alemanno – bisogna contrapporsi alle multinazionali e per fare questo difendere i cittadini e recuperare sovranità dello Stato”.
Ultimi due argomenti trattati hanno riguardato il Sud: “Si è data grande enfasi all’istituzione di una Zes unica ma questa corre il rischio di essere una scatola vuota, in quanto consente di attuare sgravi fiscali ma solo se ci sono le risorse delle quali, però, in finanziaria non si fa menzione”; e sulla Calabria: “E’ sempre stata una fucina di consenso per il centrodestra e qui torno sempre con piacere e siamo convinti che la battaglia per lo sviluppo di questa regione sia però ancora in fase embrionale e rappresenta l’emblema di un Mezzogiorno che non riesce a decollare. Siamo contrari all’autonomia differenziata poiché rappresenta un grande pericolo per il Meridione”.
(f.p)

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