Alla scoperta dell’ulivo calabrese: le colture più diffuse e gli strumenti migliori per la potatura

La Calabria è conosciuta in tutto il mondo per il suo olio squisito, frutto delle numerose coltivazioni, come quella dell'ulivo Carolea 

La Calabria è conosciuta in tutto il mondo per il suo olio squisito, frutto delle numerose coltivazioni della regione, come quella dell’ulivo Carolea. La ricca e fertile, la Calabria produce un olio d’oliva incredibilmente delizioso. Le colline e le valli verdeggianti ospitano una moltitudine di alberi di ulivo, ognuno dei quali “autore” di oli ricchi e saporiti, ricercatissimi anche dagli chef più famosi. La Calabria, infatti, conquista la medaglia d’argento a livello di produzione nazionale di olio, seconda soltanto alla Puglia, avendo superato la crisi del 2020 e un crollo del 40% in termini di produzione. Dal sapore fruttato all’abbondanza di acidi grassi omega-3, il pregiato olio d’oliva calabrese si è guadagnato con merito la sua reputazione. Quali sono le culture di ulivo calabrese più note? Quali sono i migliori strumenti per potare questa pianta?

Si comincia con un must assoluto come la Carolea, diffuso soprattutto a Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro. Si tratta di una delle coltivazioni con le radici più profonde, tanto da essere legata a doppio filo con le tradizioni calabresi in termini di produzione di olio. L’olio di Carolea è noto per via dei suoi livelli di acidità molto bassi, e per il suo sapore morbido e non troppo accentuato. Non a caso, viene spesso utilizzato a tavola e per le preparare le pietanze dei bimbi. E’ uno degli olii che meglio si adatta agli accompagnamenti con le portate a base di pesce.

Si comincia con un must assoluto come la Carolea, diffuso soprattutto a Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro. Si tratta di una delle coltivazioni con le radici più profonde, tanto da essere legata a doppio filo con le tradizioni calabresi in termini di produzione di olio. L’olio di Carolea è noto per via dei suoi livelli di acidità molto bassi, e per il suo sapore morbido e non troppo accentuato. Non a caso, viene spesso utilizzato a tavola e per le preparare le pietanze dei bimbi. E’ uno degli olii che meglio si adatta agli accompagnamenti con le portate a base di pesce.

 L ‘ulivo cassanese, uno dei più coltivati in regione insieme all’olivo Ciucciara e al Ciciarello. La lista continua citando altre cultivar di ulivi calabresi note in tutto il mondo, come l’olivo dolce di Rossano, l’olivo borgese, l’olivo bianco Leucolea e l’olivo Corniola di Villapiana. Altre opzioni da nominare? L’olivo Giarraffa, il Grossa di Gerace, il Nostrana di Canna, l’Imperiale, il Perciasacchi e l’olivo Pennulara. Le coltivazioni  calabresi più note sono l’Ottobratica, il Roggianella, il Sinopolese e il Tonda di Strongoli.

Strumenti per la potatura dell’ulivo calabrese

Il primo consiglio è di non rinunciare mai agli strumenti giusti per la potatura dell’ulivo. Lo scopo, infatti, è tagliare i rami senza causare danni alle cuticole, cosa che potrebbe causare infezioni e malattie, come la temutissima rogna dell’olivo. Le forbici elettriche rappresentano un elettroutensile indispensabile per la potatura dei rametti, con un diametro massimo intorno ai 3 centimetri.  Per i rami con un diametro massimo di circa 8 centimetri, è possibile informarsi su come scegliere una mini motosega a batteria leggendo questa guida sul sito di legnoperfetto. E’ uno strumento piccolo e portatile ma potente, ideale per un uso a mano singola, e ottimo per inserirsi negli spazi più ristretti e difficili.non vanno sottovalutati i classici attrezzi manuali come il segaccio e il troncarami telescopico, utile per raggiungere le aree alte della pianta senza usare le scale, ed evitando il rischio di caduta.

Consigli per la potatura della pianta d’ulivo

Per quanto riguarda i consigli sulla potatura dell’ulivo calabrese, è di fondamentale importanza non fare mai un taglio raso, effettuando la potatura 2 o 3 cm sopra il colletto. In caso di ferite alla corteccia, è opportuno ricorrere al mastice. Si suggerisce di iniziare sempre dai tagli più grossi, e solo in seguito effettuare le operazioni di rifinitura, approfittandone per sfoltire la chioma dell’ulivo. E’ bene sottolineare che gli ulivi non si cimano mai del tutto, per non alterare i delicati equilibri riproduttivi e fisiologici della pianta. Altri consigli utili? Naturalmente gli olivi, compreso quello calabrese, si potano da gennaio a marzo, mentre i polloni e i succhioni vengono rimossi in estate. Per la qualità della pota si suggerisce di effettuare un taglio inclinato e preciso.

Un approfondimento sull’ulivo Carolea

L’ ulivo Carolea è uno dei più noti fra le coltivazioni calabresi. Non è un caso, perché l’olio prodotto da questa varietà è senza ombra di dubbio uno dei più buoni della regione e a livello nazionale. Il gusto è fruttato, leggero e con un lieve sottofondo di erbe, mentre la produzione di questo ulivo calabrese è abbondante, con una resa molto alta, intorno al 25%. Purtroppo la sua coltivazione non è semplice, più che altro perché l’ulivo Carolea soffre molto i parassiti come la mosca olearia, e i funghi come l’occhio di pavone. Infine, è il caso di sottolineare che la Calabria ha vinto il premio Miglior Olio Bio d’Italia assegnato dal Gambero Rosso anche per merito del prezioso Carolea.

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