di Carmen Mirarchi
E’ allarme per abuso di alcool in Italia ed in Calabria anche tra i giovanissimi. Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante se si considera che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. Il dato calabrese è che il consumo di alcool inizi ormai dagli 11 anni.
E’ allarme per abuso di alcool in Italia ed in Calabria anche tra i giovanissimi. Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante se si considera che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni. Il dato calabrese è che il consumo di alcool inizi ormai dagli 11 anni.
Abbiamo incontrato per discutere e lanciare un allarme la psicologa Maria Francesca Amendola, responsabile del servizio di alcologia dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e componente del gruppo tecnico delle dipendenze della Regione Calabria.
“Calabria terza regionale in Italia per mortalità maschile legata all’alcool. Ci sono servizi territoriali oberati in tutta la regione, laddove ci sono servizi specifici si lavora meglio e si hanno risultati” ci spiega Maria Francesca Amendola.
“Il problema di personale nei servizi della tossicodipendenza c’è ed esiste perché siamo entrati tutti nello stesso periodo ed andremo in pensione nello stesso periodo. Il rischio è che i servizi si svuoti. Il problema non sono medici ed infermieri ma i servizi si son retti su psicologi, assistenti sociali ed educatori. Teniamo presente che i consultori rischiano di essere ambulatori ginecologici. L’accoglienza è fondamentale e c’è il rischio che non ci sia più. C’è il rischio che non ci siano più gli psicologi e questo è gravissimo. Tutti i servizi si stanno svuotando degli psicologi e non c’è la possibilità di nuovi concorsi”.
Per i Sert gli psicologi sono importanti perché si rischia che senza questa figura le strutture diventino dei meri distributori di farmaci.
“L’aspetto delle famiglie dei minori, dell’affidamento senza psicologi chi le farà? “si chiede la responsabile del servizio di alcologia dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. “Io dico che al di là dell’emergenza c’è l’aspetto che è quello dei servizi territoriali che hanno necessità di essere rimpinguati di figure professionali. C’è la necessità di un’assunzione di responsabilità rispetto a tutto il personale della Regione Calabria. Menomale che ci sono le comunità terapeutiche con cui abbiamo sempre progettato e lavorato. Ma adesso sono davvero tante le persone colpite da dipendenza da alcool. I ragazzi bevono la birra con la cannuccia ad 11 anni. Un problema serio come sono da tenere in considerazione le droghe Tutto è collegato, chi beve fa uso di cocaina ed esiste legame con gioco d’azzardo”.
C’è molto da fare ma Maria Francesca Amendola ci sottolinea come i servizi si stiano svuotando e tutto ciò rende difficile il lavoro delle strutture.