Una delegazione di agenti della polizia penitenziaria, guidati dal segretario generale del sindacato autonomo Sinappe, Roberto Santini, ha protestato oggi dinanzi alla prefettura per la continua emergenza in cui versa il sistema di sicurezza nel carcere di ‘Arghillà’. “E’ una situazione critica e insostenibile – ha detto Santini – con una struttura che è ormai diventata di fatto una casa circondariale, con detenuti che entrano ed escono ad ogni ora del giorno e della notte, tutto ciò con organici assolutamente insufficienti. Basti pensare che la struttura ospita 400 detenuti, una media di sette per cella, e questo spiega tante situazioni negative che si vengono a creare, sia per i colleghi che per i detenuti, molti dei quali sono stranieri, comunitari ed extracomunitari, alcuni anche con problemi neuropsichiatrici”.
Un solo agente per sorvegliare 60 detenuti
Un solo agente per sorvegliare 60 detenuti
Roberto Santini, inoltre, ha sottolineato “come talvolta un solo agente deve sorvegliare 60 detenuti durante l’ora d’aria, una situazione difficilissima, anche a causa di quei detenuti che non intendono rientrare i cella dopo l’orario stabilito”. Il segretario generale del Sinappe, in un incontro con il prefetto Massimo Mariani, ha chiesto misure adeguate per l’adeguamento degli organici, “non solo di agenti, ma anche di figure professionali come assistenti sociali, psicologi, medici”, il miglioramento dei collegamenti pubblici tra Reggio Calabria, Villa San Giovanni e la struttura di Arghillà. Secondo quanto reso noto, il prefetto visiterà nei prossimi giorni le carceri cittadine di Arghillà e di San Pietro e porterà all’attenzione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza le problematiche relative ad Arghillà.