“Alleniamoci alla speranza”: a Paola i detenuti studieranno per diventare allenatori di calcio

Tra i cardini del progetto, quello di consentire agli adulti reclusi negli istituti di pena di conseguire il patentino da allenatore

Un progetto pilota che usa il calcio, le sue regole e i suoi ruoli per allenare alla speranza di un futuro nella legalità. Può essere sintetizzata così l’iniziativa che partirà lunedì 25 settembre nel carcere di Paola destinata al reinserimento sociale dei detenuti e chiamata proprio “Alleniamoci alla speranza”. Il progetto, nato su iniziativa della senatrice Angela Anna Bruna Piarulli e con l’importante partecipazione di Renzo Ulivieri – presidente nazionale dell’Associazione italiana allenatori calcio -, segue quanto esplicitamente scritto nell’articolo 27 della Costituzione italiana secondo cui le pene “devono tendere alla rieducazione del condannato”. Infatti, l’obiettivo dell’iniziativa è quello di dare ai detenuti minori la possibilità di praticare sport sotto la guida di allenatori esperti e ai detenuti adulti di svolgere un corso che possa loro consentire di affrontare un esame e ottenere la licenza di allenatori.

Il calcio, da sempre simbolo di cooperazione e rispetto delle regole, diventa così il volano per una rieducazione completa dei detenuti che, in questo percorso, affronteranno anche il tema della violenza e dello stare insieme. Si tratta di una iniziativa – della durata di un anno – che coinvolge le carceri di Paola, Trani e Bergamo e le strutture per minori di Bari, Roma e Firenze. L’obiettivo è proprio il reinserimento e la rieducazione del detenuto. Il corso di allenatori aspira, infatti, a cambiare attitudini ed interessi del soggetto svantaggiato cercando di riportarlo verso un percorso di vita legittimo e moralmente condiviso. E attraverso l’attività dell’Aiac e della Federazione Italiana Giuoco Calcio i neo allenatori, una volta riottenuta la libertà, potranno sedersi su una delle panchine delle squadre della Lega Dilettanti. Il corso verrà strutturato con lezioni pratiche e teoriche di tecnica, tattica e regolamenti, impartiti da insegnanti accreditati (tra cui l’ex bandiera del Cosenza Gigi De Rosa) e con contenuti identici a quelli del corso per il patentino Uefa D.

Il calcio, da sempre simbolo di cooperazione e rispetto delle regole, diventa così il volano per una rieducazione completa dei detenuti che, in questo percorso, affronteranno anche il tema della violenza e dello stare insieme. Si tratta di una iniziativa – della durata di un anno – che coinvolge le carceri di Paola, Trani e Bergamo e le strutture per minori di Bari, Roma e Firenze. L’obiettivo è proprio il reinserimento e la rieducazione del detenuto. Il corso di allenatori aspira, infatti, a cambiare attitudini ed interessi del soggetto svantaggiato cercando di riportarlo verso un percorso di vita legittimo e moralmente condiviso. E attraverso l’attività dell’Aiac e della Federazione Italiana Giuoco Calcio i neo allenatori, una volta riottenuta la libertà, potranno sedersi su una delle panchine delle squadre della Lega Dilettanti. Il corso verrà strutturato con lezioni pratiche e teoriche di tecnica, tattica e regolamenti, impartiti da insegnanti accreditati (tra cui l’ex bandiera del Cosenza Gigi De Rosa) e con contenuti identici a quelli del corso per il patentino Uefa D.

“Pensiamo che il progetto possa essere utile nella formazione e a dare una mano a chi è in difficoltà” – ha spiegato Renzo Ulivieri, che lunedì prossimo terrà la lezione introduttiva nel carcere di Paola -. C’è l’impegno dell’Associazione degli allenatori, della Figc e della Lega Dilettanti. Come Aiac abbiamo sempre dato grande attenzione al sociale, perché riteniamo che l’accesso all’attività sportiva debba essere consentito a tutti”. Un’occasione per i detenuti di dare un calcio al passato e agli errori commessi e ricominciare, invece, a dare i calci a un pallone dal sapore di libertà e rinascita.

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