Allevatori e pastori contro l’invasione dei cinghiali: “Pronti a chiamare l’Esercito”

Una nutrita delegazione ha partecipato a Roma al blitz di agricoltori e cittadini calabresi: "Siamo non spaventati ma terrorizzati"
cinghiali coldiretti

“Siamo non spaventati ma terrorizzati, è come se kamikaze si aggirassero sul territorio e nessuno intervenisse per fermarli. Per fermare l’invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città siamo pronti a chiedere l’intervento dell’esercito”. Sono affermazioni forti e chiare che riassumono lo stato di grave preoccupazione per l’assedio degli animali selvatici, con vittime nelle strade e coltivazioni devastate, mentre la peste suina può mettere in pericolo gli allevamenti di maiali e la norcineria. Ma molti hanno esperienza concreta e denunciano storie personali con drammatiche conseguenze per cose, animali e persone.

“Se sciaguratamente – informa Coldiretti – scoppia un focolaio nella regione i suini in prossimità vanno abbattuti e invece i cinghiali continueranno a scorazzare. Una nutrita delegazione di agricoltori e cittadini calabresi ha partecipato a Roma al blitz di agricoltori, allevatori, pastori e cittadini da diverse regioni contro l’invasione dei cinghiali per chiedere di fermare una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali con morti e feriti, anche recenti.

“Se sciaguratamente – informa Coldiretti – scoppia un focolaio nella regione i suini in prossimità vanno abbattuti e invece i cinghiali continueranno a scorazzare. Una nutrita delegazione di agricoltori e cittadini calabresi ha partecipato a Roma al blitz di agricoltori, allevatori, pastori e cittadini da diverse regioni contro l’invasione dei cinghiali per chiedere di fermare una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali con morti e feriti, anche recenti.

“Un pericolo concreto”

“Un pericolo concreto nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani per cittadini e turisti con un danno incalcolabile per l’immagine nel mondo proprio alla ripresa della stagione turistica. In Calabria si stima che sono trecentomila i cinghiali che stanno facendo perdere ettari coltivati, mettendo a rischio la nostra capacità produttiva in un momento peraltro delicato a causa della guerra in Ucraina. E’ paradossale – stigmatizza Coldiretti Calabria – che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici”.

Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile. Insieme ai provvedimenti nazionali che ha registrato l’impegno del Governo Nazionale ad abbatterli, – afferma Coldiretti Calabria – chiediamo l’esecutività dei contenuti della delibera 314 del 21 luglio 2021 “Determinazioni in ordine alle procedure di controllo dell’emergenza cinghiali”che Coldiretti propose alla Giunta Regionale di allora, in occasione della manifestazione dell’8 luglio davanti la cittadella Regionale.

La delibera

La delibera consente la semplificazione per il contenimento e controllo dei cinghiali sia in ambito agricolo che urbano e questo – conclude Coldiretti – sarebbe già  un passo avanti importante nella possibilità di svolgere un’azione tempestiva ed efficace nel controllo della fauna selvatica, in una fase  delicata della campagna agraria. Non molleremo – assicura Coldiretti e senza interventi sono già programmate altre azioni.

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