Alta velocità Salerno-Reggio nel Recovery Fund, il centro studi “Don Caporale” incontra Gattuso

alta velocità calabria

Nell’interessante dibattito sulla necessità di inserire un progetto per la realizzare l’alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria nel Recovery Fund si inserisce il prezioso contributo del professore Domenico Gattuso, che ieri pomeriggio ha partecipato ad un incontro on line organizzato dal Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale”. L’associazione ha, infatti, aperto una riflessione sulla possibilità di intervenire nella redazione del Piano, raccogliendo la disponibilità ad una concreta collaborazione in merito da parte della deputata Wanda Ferro e della senatrice Bianca Laura Granato.

Secondo il Centro Studi, infatti, esiste una possibilità reale, concreta e addirittura più vantaggiosa economicamente per realizzare l’Alta Velocità Ferroviaria in questa regione: si tratta di progettarne il tracciato lungo la direttrice jonica, la cui orografia è di gran lunga più agevole, ciò consentendo sia un risparmio di circa il 40% rispetto ai costi che si sosterrebbero per analoghi lavori lungo la costa tirrenica, sia un risparmio in termini di manutenzione futura.

Secondo il Centro Studi, infatti, esiste una possibilità reale, concreta e addirittura più vantaggiosa economicamente per realizzare l’Alta Velocità Ferroviaria in questa regione: si tratta di progettarne il tracciato lungo la direttrice jonica, la cui orografia è di gran lunga più agevole, ciò consentendo sia un risparmio di circa il 40% rispetto ai costi che si sosterrebbero per analoghi lavori lungo la costa tirrenica, sia un risparmio in termini di manutenzione futura.

Introducendo la riflessione sullo stato della mobilità in Calabria, il professore Gattuso ha rimarcato che “nel corso degli ultimi 15 anni la Calabria ha perso decine di treni a media e lunga percorrenza. Sono spariti i treni che collegavano la Calabria a Milano, Torino, Venezia, treni cuccetta, treni con auto al seguito; la linea ionica è stata completamente abbandonata. Oggi i calabresi viaggiano in pullman in condizioni vergognose, in spazi angusti per 1500 km, per 12-15 ore, quasi sempre di notte. I servizi regionali sono da terzo mondo”. Le amministrazioni regionali, tanto quella guidata da Mario Oliverio prima, quanto quella in carica, hanno raccontato di un piano di trasporto pubblico rivoluzionario, un sistema integrato treno-bus efficiente, prefigurando fino a 30 treni regionali nuovi, una linea ionica superveloce, elettrificazione dell’intera rete, affidandoti a quei buontemponi delle FS. Ma sono passati praticamente tre anni dalla firma dell’Accordo quadro con il ministro Del Rio e RFI, “ma di risultati non se ne vedono. I treni sono ancora quelli vecchi e i disagi vissuti dai viaggiatori sono innumerevoli. Le associazioni continuano a mobilitarsi ma la situazione rischia di peggiorare ulteriormente”.

L’alta velocità potrebbe essere una soluzione realizzabile in concreto? Gattuso ha illustrato le diverse ipotesi in campo, proposte nel settore dell’alta velocità: ma senza una presenza della Calabria ai tavoli che contano, come succede invece per Puglia e Campania, difficile avere “potere contrattuale”, una forza necessaria soprattutto in questo momento.

“La nostra regione deve cogliere l’opportunità di entrare da protagonista nel progetto di ricerca inserito nella strategia europea per la regione adriatica e ionica (EUSAIER) per lo sviluppo dell’area adriatica-jonica che vede l’Università Mediterranea di Reggio Calabria leader del progetto per l’Area sud. E’ di fondamentale importanza che il corridoio Catanzaro-Lamezia Terme sia inserito nelle Reti TEN T europee – ha detto ancora il professore Gattuso – affinché possa essere rivalutata tutta la linea ferroviaria jonica, agganciando così anche le aree portuali di Crotone, Corigliano e Sibari, risalendo nella valorizzazione della tratta ferrata fino a Metaponto, Taranto e a Bari. Questo consentirebbe l’aggancio con la linea ferroviaria che lungo l’adriatica arriva a Bologna, per poi collegarsi al centro dell’Europa, lungo un tracciato che il Progetto ISTEN ha già programmato con meticolosi studi tecnici”.

C’è da ricordare che il progetto comunitario ISTEN – Integrated and Sustainable Transport in Efficient Network (Transnational Cooperation Programme Interreg ADRION 2014-2020) ha come obiettivo principale l’individuazione di proposte, azioni e strategie finalizzate alla creazione di una rete efficiente di Hub integrati porto-hinterland nella regione ADRION (Adriatico-Ionio). Il progetto punta a migliorare i collegamenti intermodali fra i porti marittimi dell’area Adriatico-Ionica e fra gli stessi porti e i rispettivi hinterland, in particolare favorendo l’allaccio ai corridoi della rete TEN-T mediante le reti ferroviarie. Ciò attraverso strategie di cooperazione, finalizzate a promuovere interventi di tipo infrastrutturale e di servizio fra i diversi contesti territoriali degli attori coinvolti nel progetto. ISTEN punta a qualificare i Porti di ADRION, compresi quelli calabresi, come nodi strategici per la Regione Ionico-Adriatica costruendo le strategie, una rete di cooperazione transnazionale ed un piano di azione unitario.

Gattuso ha infine rimarcato l’importanza del ripristino almeno di 40 treni di collegamento tra la Calabria e la Capitale, a fronte degli innumerevoli treni che percorrono in lungo e largo il Paese da Roma in su, oltre al ripristino del personale ferroviario per rendere un miglior servizio ai calabresi: uno degli indici che hanno permesso all’Italia di incrementare il plafond dei Ricovery Found è stato proprio l’indice di disoccupazione nel Mezzogiorno d’Italia. Pertanto, suggerisce Gattuso, oltre agli investimenti in infrastrutture sarebbe auspicabile che lo Stato intervenisse anche sul piano occupazionale.

E’, quindi, il momento di intervenire con incisività nelle sedi che contano per puntare al potenziamento della linea ferroviaria anche attraverso l’utilizzo del Recovery Fund, prima che le tratte ferrate siano cancellate dal Mezzogiorno perché considerate improduttive, vista la necessità di sostenere la ripresa del motore economico del Paese che, anche e soprattutto con il Governo Draghi, viene considerato esclusivamente il Nord.

Il Centro studi politico-sociali “Don Francesco Caporale” anche alla luce dei suggerimenti e degli spunti offerti dalla discussione con il professore Gattuso continuerà la propria attività di sensibilizzazione trasformando la campagna di informazione sul progetto per la realizzare l’alta velocità ferroviaria con il Recovery Fund in una vera e propria mobilitazione.

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