Ama Calabria, una intensa Medea incanta il pubblico del Comunale di Catanzaro (FOTO)

Le percussioni rendono più incalzanti i momenti che presentano maggiore pathos, come i dialoghi di Medea con Giasone e Creonte
medea catanzaro

La lucida follia di una donna che compie un gesto estremo. Medea è la figura femminile nata dalle storie dell’antica Grecia, che ancora oggi risuona nell’immaginario collettivo per il suo essere contemporanea nei sentimenti e nelle fragilità. A portare in scena sul palco del Teatro Comunale di Catanzaro il dramma della donna, madre e moglie tradita è “Elegia per la principessa barbara. A proposito di Medea”, una produzione della compagnia teatrale calabrese Scena Nuda in collaborazione artistica con Le belle bandiere. Lo spettacolo è stato organizzato da AMA Calabria e sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria.

L’animo di Medea

L’animo di Medea

L’impetuosità dell’animo di Medea viene evidenziata sin dalla scena iniziale, quando gli attori entrano sul palcoscenico lentamente, uno dopo l’altro, guidati dal suono di un vento che sembra presagire la tempesta. È un lavoro di drammaturgia fatto con attenzione dai registi Elena Bucci e Marco Sgrosso, capaci di attingere alle molteplici voci che narrano la storia di Medea attraverso Euripide, Seneca, Corrado Alvaro e Franz Grillparzer, per amalgamarle e renderle uniche nel testo dello spettacolo.

Prima dell’entrata in scena di Medea, interpretata da un’intensa Francesca Ciocchetti, sono le sue donne di fiducia ad informare il pubblico della situazione in cui versa la principessa barbara. Una scena struggente quella rappresentata dalla nutrice Teresa Timpano, e dal coro delle donne composto da Miryam Chilà e Francesca Pica. Le tre donne sono preoccupate perché Giasone (Filippo Gessi), sposo di Medea, prenderà in moglie la figlia del re di Corinto, Creonte (Alfonso Paola), che renderà ancora più impassibile e senza cuore il sovrano, quando questi deciderà di esiliare Medea.

È lei il pericolo. Medea, tradita, sedotta e abbandonata, dopo aver dato alla luce i due figli di Giasone, ribolle di rabbia e di vendetta quando l’uomo che credeva di amare si concede ad un’altra donna. La maga barbara è animata da un furore che gli stessi Creonte e Giasone temono. È la classicità della tragedia greca espressa nella sua completezza. Gli uomini, però, pur avendo paura della donna, la sottovalutano, perché mai si sarebbero immaginati il tragico epilogo.

Nello spettacolo si avverte il crescendo della rabbia di Medea, inizialmente espresso con le urla colleriche fuori scena della Ciocchetti, poi sempre più impetuosa quando l’attrice porta sul palco l’animo del suo essere donna ferita ed orgogliosa. Medea ama i suoi figli, ma non può farsi umiliare da Creonte e Giasone dopo che questi le hanno tolto tutto: la patria, l’amore, la famiglia. Non ha più nulla da perdere e compie l’estremo gesto di uccidere i propri figli.

Il crescendo raggiunge il suo momento di distensione dopo che l’atto drammatico si è consumato e Medea scende in platea seguendo una luce splendente verso il fondo del teatro: è il carro del Sole. “Elegia per la principessa barbara. A proposito di Medea” è uno spettacolo intenso, con i personaggi narrati in maniera limpida e profonda, tanto da provare empatia nei loro confronti, senza riuscire a giudicarli per le loro azioni.

La profondità delle scene

La profondità delle scene viene rimarcata dalla musica eseguita dal vivo dal M° Alessandro Calcaramo e dalla cantante Caterina Verduci. Le percussioni rendono più incalzanti i momenti che presentano maggiore pathos, come i dialoghi di Medea con Giasone e Creonte. Quando la nutrice e il coro tentano di distogliere la protagonista dal suo piano di vendetta, ecco che l’uso degli strumenti a corde prova ad addolcire l’atmosfera. La scelta delle musiche è stata attenta a partire da un canto in latino, poi vocalizzato dalla Verduci, per poi arrivare ad una ninna nanna calabrese “Veni sonne di la muntagnella”, cantata in passato anche da Mia Martini, e usata nello spettacolo nei momenti in cui Medea pianificava la morte dei suoi figli.

La forza del dramma

Una “colonna sonora” perfetta che ha sottolineato gli eventi drammatici nella loro successione. La forza del dramma rappresentato e l’ottima interpretazione degli attori è riuscita a coinvolgere il pubblico, che ha richiamato quattro volte, con lunghi applausi, i protagonisti. Un riconoscimento a una produzione tutta calabrese. Il prossimo spettacolo di AMA Calabria sarà “L’Ombra di Totò” che andrà in scena venerdì 10 marzo al Teatro Comunale di Catanzaro e sabato 11 marzo all’Auditorium Casa della Pace “Angelo Frammartino” di Caulonia, con gli attori Yari Gugliucci, Annalisa Favetti e la catanzarese Vera Dragone.

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