Uno spot per Tropea e la Calabria, in cui il leitmotiv non è solo la promozione del prodotto ma di tutto il territorio in cui esso è nato e si è ingrandito giungendo ad essere uno dei più conosciuti al mondo. E non è certo un caso se oggi, su 10 persone, 4 scelgono l’Amaro del Capo. Un brand in costante ascesa che adesso potrà mostrare non solo l’inconfondibile gusto che lo caratterizza ma anche gli splendidi paesaggi della provincia vibonese, in particolare Capo Vaticano e Tropea. E proprio nella Perla del Tirreno si è svolta stamani la conferenza di presentazione del nuovo spot “Made in Caffo” alla presenza del sindaco Nino Macrì, di Pippo e Nuccio Caffo, patron della storica azienda di Limbadi, del presidente della Provincia, Salvatore Solano, del presidente di Confindustria, Rocco Colacchio e di Loris Zanelli, amministratore delegato di Publione.
Uno spot anche per Tropea
Uno spot anche per Tropea
“Una idea, quella dell’azienda Caffo, che ci è piaciuta molto – ha affermato il primo cittadino – e per noi è una grandissima soddisfazione, un’esperienza nuova che altre Regioni che hanno già utilizzato, come ad esempio la Sicilia, con Dolce&Gabbana, dando in tal modo la possibilità di far conoscere il proprio territorio. Io sono certo che Nuccio Caffo farà da apripista anche in questa esperienza e sono altrettanto convinto che imprenditori in gamba come lui sapranno cavalcare questa onda”. Uno spot – le cui riprese tra Tropea e Capo Vaticano sono ancora in corso – che approderà sulle tv nazionali ed estere a partire dal prossimo 12 giugno e la cui colonna sonora avrà la voce del cantante “Naip”, noto perlopiù al pubblico giovanile in quanto arrivato secondo al talent “Xfactor”. E a parlare degli aspetti del video è stato Zanelli, descrivendone le particolarità con lo scopo di “suscitare emozioni nel telespettatore” e quindi del potenziale acquirente. “Sarà visibile dal 12 giugno sulle tv italiane, ma anche estere, dall’America all’Europa, con l’obiettivo di raggiungere subito un milione di persone e superare quota un miliardo nei prossimi anni”. Per il presidente Solano il Gruppo Caffo “ci dà la possibilità di parlare delle bellezze del nostro territorio, entrando nelle case di tutte le persone del mondo con un prodotto che identifica questa area della Calabria. Il loro è un investimento importante dal punto di vista imprenditoriale e dell’immagine che veicola la bellezza non solo della Costa degli dei ma di tutta la provincia di Vibo Valentia”; per il presidente Colacchio, poi, “chi rappresenta al meglio la Calabria è senza dubbio l’Amaro del Capo; d’altronde non bisogna dimenticare che sulla bottiglia c’è proprio l’immagine di Capo Vaticano; e questo prodotto è il pioniere tra gli ambasciatori principe della Calabria. Un risultato che dimostra con i numeri il grande lavoro che c’è da oltre 100 anni a questa parte da parte del Gruppo Caffo”.
Un successo “Made in Calabria”
Spazio, quindi, al patron Pippo Caffo che ha parlato di traguardo “frutto del lavoro di squadra; sono innamorato di Capo Vaticano e nel corso della mia vita non pensavo ad altro che a dare un contributo per far conoscere questa terra; tutto questo si è concretizzato proprio con l’Amaro del Capo; mi sono impegnato per giungere fin dove siamo arrivati, passando il testimone a mio figlio che si sta dimostrando anche più bravo di me”. Uno dei segreti del successo dell’azienda di Limbadi è stato quello di “puntare sempre sul prodotto di qualità quando tanti altri, invece, miravano solo alla quantità. Una scelta, la nostra, che si è rivelata vincente, anche perché siamo totalmente “Made in Calabria”.
Infine colui il quale oggi guida l’azienda di famiglia, Nuccio Caffo: “Questo spot lo abbiamo ipotizzato da qualche anno – ha commentato – ma c’erano sempre difficoltà a livello logistico e produttivo perché i costi sono molto elevati rispetto a realizzarlo a Roma o Milano, tuttavia è un investimento che vale non il doppio ma molto di più, in quanto riusciamo a trasferire alla gente non solo l’immagine del prodotto ma anche l’autenticità del territorio. D’altronde, se nell’ambito dei liquori la Calabria viene conosciuta come un’eccellenza vuol dire che in questi anni abbiamo lavorato bene e questo ci riempie d’orgoglio”.
Poi una riflessione che vuole essere uno sprone non solo per la categoria ma anche per chi ha a cuore le sorti della Calabria: “Abbiamo tutto per essere competitivi ma, a volte, non sappiamo venderci, per questo c’è bisogno di regole, di lavoro e di serietà, anche per allargare la stagione turistica poiché non si può pensare che essa possa essere contenuta solo in tre mesi”. E proprio sotto questo aspetto il gruppo imprenditoriale ha “cercato di creare un qualcosa di duraturo e stabile per tutto l’anno andando ad intercettare i consumatori anche nelle grandi città. Non per nulla oggi abbiamo una quota di mercato del 40%, nel senso che su 10 amari venduti, quattro di questi è l’Amaro del Capo, presente in circa 70 Paesi del Mondo, dall’Ecuador all’Australia, dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Africa all’Europa”. Un gran bel traguardo se si pensa che un tempo si fabbricano solo 300 bottiglie al giorno mentre oggi si viaggia tra 80.000-100.000. (f.p.)