di Nico De Luca –
Oltre alla provincia di Cosenza, in Calabria la sensibilità ambientale nei confronti del pericolo-amianto registra un’ importante impennata nel Reggino. Nella città dello Stretto vive ed opera un signore che di professione fa il tecnico di laboratorio negli istituti superiori; ma impiega tanto tempo libero come volontario. Si chiama Massimo Alampi e qualche anno fa, nel 2016, ha visto morire tra atroci sofferenze l’adorato papà Letterio. Ha lavorato per quasi 30 anni alle OMECA (oggi riconvertite) dove l’amianto gli ha provocato un ‘mesotelioma pleurico sarcomatoide maligno’ che lo ha divorato in due mesi.
Oltre alla provincia di Cosenza, in Calabria la sensibilità ambientale nei confronti del pericolo-amianto registra un’ importante impennata nel Reggino. Nella città dello Stretto vive ed opera un signore che di professione fa il tecnico di laboratorio negli istituti superiori; ma impiega tanto tempo libero come volontario. Si chiama Massimo Alampi e qualche anno fa, nel 2016, ha visto morire tra atroci sofferenze l’adorato papà Letterio. Ha lavorato per quasi 30 anni alle OMECA (oggi riconvertite) dove l’amianto gli ha provocato un ‘mesotelioma pleurico sarcomatoide maligno’ che lo ha divorato in due mesi.
Da allora il sig. Alampi si spende a favore della lotta contro l’amianto ed a favore delle vittime.
Cosa siete riusciti a fare? “Anzitutto siamo diventati punto di riferimento locale dell’ONA, l’Osservatorio nazionale diretto dall’avv. Ezio Bonanni. Si tratta di un grande professionista che fa parte della commissione ambiente del ministro Costa, guidata dal procuratore Guariniello, un tipo ‘tosto’ come molti lo ricordano. Ci attendiamo risposte serie a livello nazionale con severissime richieste di responsabilità”
A livello locale però avete realizzato qualcosa di unico.
“Si, forse anche su scala nazionale: Reggio è la prima città metropolitana a vantare uno sportello ambiente aperto a tutte le associazioni. Un merito della dottoressa Serranò, consigliera comunale con delega all’amianto da vent’anni in trincea; ma anche dell’intero consiglio che a dicembre l’ha accolto e deliberato. Non si sovrappone all’assise ma è attivo e serve a sensibilizzare la cittadinanza contro la fibra killer”.
C’è un censimento dei siti pericolosi in provincia di Reggio?
“Purtroppo ancora non ufficialmente. Però, grazie all’abilità di un mio amico, il dott. Carlo Scirtò (un genio di chimica e matematica), abbiamo sviluppato una app (MAPPATURA AMIANTO su Play Store) che consente ai singoli cittadini di mandarci foto e segnalazioni anonime sui luoghi dove avvistano giacenze di amianto-“
E quali sono i siti più segnalati?
“”L’ex Italcitrus a Reggio, l’ ex Aranca a Salice Calabro che forse più di qualcuno ricorda.Ci sono migliaia di metri quadri di eternit malridotto, con vari buchi sul tetto. Tra un anno dovrebbe partire la bonifica. Ha risposto il Comune, ha risposto il Noe dei Carabinieri…manca solo l’ASP! “
Come fa il cittadino a segnalare attraverso l’app?
“Scarica sul cellulare e quindi nel pieno rispetto della legge sulla privacy scatta una foto dei luoghi. Oltre alla descrizione che fa ed alle coordinate GPS automatiche non si lasciano altre tracce. “
Le Omeca le evocano drammatici ricordi.
“E’ vero, ho visto sofferenza indicibile di mio padre. E penso che nessun familiare debba tenersela per se. Occorre condividere esperienze e lotta. Perché in quelle officine, oltre ai dipendenti, c’era anche tanto indotto, imprese di pulizie, di trasporti, ditte varie. La latenza della malattia è imprevedibile: si va dai 15 ai 50 anni. E l’amianto è sempre attivo, finché non viene reso inerte.”
Cosa altro si può fare?
“Nulla, se non – come ha detto il prof. Carbone nella vostra interessante intervista nell’ambito di questa inchiesta – annientare le cause cancerogene. E magari in Calabria decidessero di aprire un Centro di ricerca medico scientifico!”
Il lavoro del sig. Alampi prosegue, sempre e comunque a titolo volontaristico e gratuito. Nelle prossime settimane, grazie ai legali dell’ ONA, potrebbero arrivare importanti novità giudiziarie ed allora anche in Calabria qualcuno potrebbe essere costretto a rispolverare suo malgrado i faldoni Omeca ed Aranca.
Intanto lunedì prossimo, 17 giugno, il figlio di Letterio – vittima calabrese del mesotelioma – è stato invitato dal sindaco Falcomatà a parlare ufficialmente durante la prossima seduta del consiglio comunale metropolitano.
Qualcosa sta cambiando. Forse.
LEGGI LE PRECEDENTI PUNTATE
Amianto in Calabria (2): nel Cosentino l’unica seria bonifica
Amianto (3): prof. Carbone propone Centro-rischi mesotelioma in UMG (SERVIZIO TV)