Anche Verdegiglio con ‘Cetto’: dal Blu70 una lunga carriera d’attore completo

di Nico De Luca – Lo senti parlare con una dizione priva di qualsiasi inflessione dialettale; guardi un curriculum con Pesaro luogo di nascita; e soprattutto se hai meno di 40 anni non potrai mai supporre che Diego Verdegiglio (nella foto copertina con due amiche) sia uno dei più bravi e poliedrici attori di Catanzaro, presente anche nell’imminente film di Antonio Albanese nei panni dell’esilarante Cetto Laqualunque.

Grazie per le belle parole – esordisce il Nostro – si, in effetti sono nato nelle Marche ma solo occasionalmente. I miei genitori studiavano in quel conservatorio e infatti a pochi mesi siamo ritornati tutti nella nostra città, Catanzaro appunto”.

Grazie per le belle parole – esordisce il Nostro – si, in effetti sono nato nelle Marche ma solo occasionalmente. I miei genitori studiavano in quel conservatorio e infatti a pochi mesi siamo ritornati tutti nella nostra città, Catanzaro appunto”.

Diego Verdegiglio è attore, regista, sceneggiatore, doppiatore, docente dizione e recitazione, poi anche storico e scrittore. Insomma un artista che continua a lavorare con grandi nomi ed in tantissime produzioni ormai da decenni.

Ma veniamo alle origini calabresi. Che ricordi della giovinezza scolastica?

“Ho frequentato la media Mazzini, col preside Scopelliti, poi il magistrale De Nobili con la preside Giglio. Entrambi molto severi ma con me ben predisposti. Tempi in cui le classi erano divisi per maschi e femminucce (che andavamo a spiare innocentemente durante la ricreazione)”

Cosa si faceva a Catanzaro in quegli anni?

“Chiaramente sotto il profilo culturale inteso in senso moderno non c’era nulla. Persino il vanto cittadino del teatro S. Carlino era stato abbattuto da una ventina d’anni. Ecco allora che si organizzavano le feste nelle cantine: due luci (di solito una gialla ed una rossa), il giradischi ed i primi approcci con le ragazze.

Ed allora come ha fatto ad entrare nel mondo del teatro e poi della Tv?

“Il mio destino ed anche la mia passione era quello del pilota di aeronautica! Poi un giorno l’amico Umberto Verdegiglio e ProiettiNisticò mi invitò per la recita di una love story catanzarese (l’amore tragico tra Rachele De Nobili e Saverio Marincola) con cui avremmo inaugurato un grande nuovo locale. Fu così che il nostro spettacolo aprì l’attività del famoso BLU70 a Copanello di Stalettì, dove recitai assieme a Lillo Zingaropoli, Franco Grande, Carlo Greco, Adele Fulciniti, Maria Ester Mastrogiovanni ed altri”

Un predestinato insomma

“Direi piuttosto un contagiato. Perchè fu un fenomeno virale, diremmo oggi. Panzarella con la sua scuola di recitazione portò dentro Pino Michienzi, Sara Tafuri, Rosa Ferraiolo. Ed  al saggio di fine anno il regista Mario Fglietti – catanzarese pure lui – disse che avrebbe portato quattro cinque di noi a Roma. Un sogno che si avverava. Cominciavo a frequentare ufficialmente il jet set dell’epoca, prendendo il caffè a fianco di Fellini ed altri grandi attori”

Qui invece cresceva e di imponeva la fondamentale vetrina di Telespazio

“Una cosa grandiosa frutto di un uomo grandioso come Toni Boemi. Dal suo piccolo laboratori di elettricità, dagli studi di Via XX Settembre agli studios di Viale De Filippis.  Ci sono stato tantissime volte da ospite, ma poi ho diretto anche programmi trovandomi sempre molto bene. E non dimentico che Telespazio finanziò il primo film su Cesare Pavese, Prima che il Gallo canti, con Pambieri ed il sottoscritto, un lavoro che passò anche sulla Rai in seguito,  a dimostrazione degli alti standard di produzione e di cast”.

Veniamo alla tua carriera: ma delle tanti settori della tua versatile attività quale preferisci?

“Eh questa è un quesito imbarazzante, come chiedere al bambino se vuole bene più al papà o alla mamma. Sai che ti dico? Mi piace fare tutto! Magari il teatro ultimamente lo trovo ripetitivo mentre è ‘figo’ fare  pubblicità e doppiaggio. Cosa mi manca ancora? Il fotoromanzo… ma dubito che ci riesca (ride)”

Il ruolo di Cossiga nella storia di Aldo Moro: è questo forse l’apice del tuo curriculum

Verdegiglio nel ruolo di Cossiga“Si, una parte che mi ha assorbito molto. C’era il rischio di tramutare il presidente in una parodia da Bagaglino imperniata sulla inflessione sarda. Invece ho lavorato molto sul personaggio, sulla drammaticità del periodo, il suo animo, i sentimenti. E non ti nascondo momenti di autentica commozione sul set. Ricordo con piacere che Michele Santoro mi ha richiamato per una ricostruzione dei fatti 15 anni dopo”

Ma i grandi artisti celebrati dalle riviste e dai programmi live sono davvero tali? Chi sono stati i tuoi preferiti e chi ti ha deluso?

“Alla seconda domanda non rispondo. Ma tanti si sono dimostrati grandi uomini oltre che grandi artisti, penso a Ben Gazzarra, Susan Sarandon, Jhon Turturro, Philippe Noiret.”

Vuoi vedere che tra tanto jet set hai dimenticato il dialetto catanzarese? 

“Ma cchi mi cunti?? – risata – no, no. Anzi ti posso dire che un altro grande è stato Pino Michienzi, capace di parlare in dialetto da Vaddhotta e poi slittare in un italiano perfetto con quella voce bellissima. Un aneddoto che mi riguarda: sul set di Quo Vado Checco Zalone mi chiese di marcare l’accento facendo finta di essere calabrese. Non lo sapeva e non l’aveva capito, glielo dissi io che la cosa mi riusciva naturale!”

Pochi sanno che sei anche scrittore: cosa leggeremo?

“Sto lavorando da tempo ad un libro difficilissimo: Gli italiani nella guerra in Vietnam. Pensiamo solo e sempre agli americani ma ci furono anche nostri connazionali in quel tragico conflitto. Ho trovato testimonianze recenti (e reticenti) che vorrei far leggere a tutti”

Un consiglio per i ragazzi di oggi che vogliono entrare nel mondo del teatro e della recitazione

“Tre regole: tanta volontà, una buona scuola di recitazione e lavorare con continuità”

Una dedica per finire a qualcuno del tuo passato, del presente o del futuro

Verdegiglio e Messina
Verdegiglio con l’amico Messina

“Non ho dubbi: all’amico storico Enzo Italia e a Lillo Zingaropoli. Sono nel mio cuore. Un saluto voglio mandarlo anche all’amico-giornalista Roberto Messina: si è messo in testa di fare una storia della mia vita. Potrebbe sembrare un po iettatorio ma so che lo fa perché mi vuole bene e poi si riferisce alla carriera professionale, quindi ben venga”

La prossima volta che ti vedremo?

“Il 21 novembre, esce il nuovo film di Albanese “Cetto c’è – Senzadubbiamente”. Scopritemi li”

Redazione Calabria7

(Intervista su DB Radio Your Social Radio)

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