“In quest’ultimo anno la Giustizia ha subito l’ennesimo rallentamento e introitato ulteriori ritardi a causa del covid, nonostante ciò dai dati ministeriali il Distretto di Catanzaro è risultato essere tra i più produttivi d’Italia, grazie anche al sacrificio e disponibilità di tutte le componenti coinvolte, avvocatura, magistratura e impiegati amministrativi”. Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, Antonello Talerico, esordisce così all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Catanzaro, nel complesso Terina, a due passi dall’aeroporto di Lamezia Terme. E approfitta della presenza del ministro della Giustizia “di un Governo dimissionario”, Alfonso Bonafede, per “affrontare il tema dell’efficienza della Giustizia, che non esprime solo il grado di civiltà di una comunità, ma rappresenta anche il punto di partenza per la crescita e lo sviluppo economico di un territorio, tant’è che l’Unione Europea aveva subordinato l’erogazione di una parte dei fondi del Recovery Plan proprio alla previsione di interventi concreti sugli apparati giudiziari”.
La relazione del ministro sull’amministrazione della Giustizia
La relazione del ministro sull’amministrazione della Giustizia
Talerico riprende la relazione del ministro sull’amministrazione della Giustizia dove “si registra una visione teorica del diritto e del processo, una lacunosa individuazione di un piano organico di riforme, di obiettivi, di soluzioni innovative per un immediato impatto sull’attuale situazione e per una pianificazione nel medio e lungo periodo”. “Si trattava di sfruttare una occasione irripetibile – dice ancora – per trasformare profondamente anche il sistema giudiziario oramai al collasso e, che purtroppo vedrà al massimo l’ennesima inutile riforma del processo dell’ultima ora, come se il vero problema fosse semplicemente nelle regole processuali e non già la carenza di efficacia o di efficienza. In questa relazione non ho letto quella Giustizia che ogni cittadino avrebbe diritto di pretendere per la tutela effettiva dei diritti, per la ragionevole durata del processo, per equità sociale, per la certezza del diritto, per la riduzione dei costi che limitano sempre più il diritto di difesa e l’accesso stesso alla Giustizia”.
“Ed invece – prosegue Talerico – abbiamo registrato l’ennesima matrice che esalta il solito populismo giudiziario, che negli ultimi anni ha prodotto nuove ipotesi di reato inutili, proposte di riforma solo sugli effetti e non sulle cause della inefficienza ed inefficacia della Giustizia e, con l’adozione di provvedimenti disorganici sintomatici spesso di una totale ignoranza dei più elementari principi di diritto sostanziale e processuale”.
L’avvocatura nella Pandemia
“Nel corso della pandemia – dice ancora – l’avvocatura è stata costretta a conoscere decine e decine di protocolli diversi tra loro, adottati dai diversi Tribunali d’Italia, ciò in conseguenza del mancato coordinamento con i diversi Uffici Giudiziari da parte del Ministero della Giustizia e di una normativa sempre più agnostica e lacunosa. Nonostante le incomprensibili decisioni del Legislatore dell’emergenza avessero generato le condizioni per l’acuirsi dello scontro categoriale tra magistrati, avvocati e corpo amministrativo, il buon senso e la collaborazione hanno consentito comunque di contenere le criticità, ciò attraverso l’ennesimo adattamento e sacrificio richiesto all’avvocatura rispetto alle nuove procedure, alle nuove modalità di accesso e di comunicazione con le cancellerie, sostituite dai cosiddetti front office”.
Questione aula bunker
“In Calabria, terra dei processi di ‘ndrangheta, lo Stato – sottolinea Talerico – non ha inteso realizzare nel capoluogo di Regione l’aula bunker, nonostante fosse stata sollecitata più volte agli apparati del Ministero della Giustizia, anche da parte del presidente della Corte di Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, il quale nel marzo 2019 aveva comunicato la necessità di reperire con urgenza strutture idonee per la celebrazione dei processi di criminalità organizzata, anche nella prospettiva del ben noto processo Rinascita Scott”.
“Successivamente – va avanti – il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria ebbe a proporre soluzioni impraticabili, salvo poi celebrare il processo Rinascita Scott dapprima fuori Regione e, di poi individuando la sede provvisoria di Fondazione Terina di Lamezia Terme, con l’auspicio di realizzare l’aula Bunker a Catanzaro. Se così non fosse Catanzaro sarebbe l’unico capoluogo di Regione a non avere una propria Aula Bunker”.
“L’avvocatura renda Giustizia insieme ai giudici”
“L’avvocatura non commenta le inchieste, ma deve avversare nel pieno rispetto di uno Stato di Diritto e non di Polizia, la violenza populista che si innesca a danno di chi risulta essere semplicemente, ancora, una persona indagata, esposta alla gogna mediatica, anche in conseguenza della pubblicazione e diffusione immediata di contenuti intercettivi equivoci e spesso anche indifferenti rispetto all’ipotesi accusatoria. Segmenti di vita personale e intima che diventano la principale attrattiva dell’opinione pubblica, a prescindere dall’interesse sull’effettiva responsabilità e/o colpevolezza ed a prescindere dalla conoscenza dei fatti di rilievo penale”.
Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro conclude con l’auspicio che l’avvocatura possa “rendere Giustizia insieme ai giudici”.