Anteo| Droga, armi e bombe tra il Catanzarese e il Vibonese: la Dda chiede 24 condanne (NOMI)

Invocata un'assoluzione per non aver commesso il fatto. Si ritornerà in aula, davanti al gup, il prossimo 27 settembre per le arringhe difensive

di Gabriella Passariello- Ventiquattro condanne e un’assoluzione sono stati chiesti dal pm della distrettuale di Catanzaro Debora Rizza per i 25 imputati, che hanno scelto il rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta Anteo, scattata il 17 maggio dell’anno scorso, e che ha portato i carabinieri a notificare 30 misure cautelari e due avvisi di garanzia (LEGGI QUI). Un’inchiesta che punta a far luce su un’ associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, con l’aggravante mafiosa, ricettazione, detenzione, porto abusivo di armi, clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto.

Le richieste di pena

Le richieste di pena

La Dda di Catanzaro ha invocato nei confronti di Raffaele Andreacchio, di Guardavalle, 7 anni, 4 mesi di reclusione e 18mila euro di multa; Anthony Salvatore Catanzariti, Olivadi, 14 anni; Vito Chiefari, di Chiaravalle, 10 anni e 18mila euro di multa; Giuseppe Corapi, San Sostene, 9 anni e 4 mesi; Daniele Cortese, di Capistrano, 15 anni; Gregorio Corrado, di Centrache, 3 anni e 4 mesi ; Fortunato Demasi, Simbario, 6 anni e 8 mesi; Damiano Fabiano, di Cardinale, 20 anni; Francesco Fabiano, di Chiaravalle Centrale, 15 anni; Giuseppe Fabiano, di Chiaravalle, 20 anni; Mirco Furchì, di Limbadi, 6 anni e 9mila euro di multa; Domenico Giorgi, Benestare, 9 anni; Domenico Giorgio, Chiaravalle Centrale, 16 anni; Salvatore Macrì, Chiaravalle Centrale, 14 anni; il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, Nicotera, 3 anni e 6 mesi; Giuseppe Marco Marchese, di Chiaravalle Centrale, 7 anni e 18mila euro di multa; Michele Matarese, di Montepaone, 11 anni ; Gianluca Minnella, Bovalino, 15 anni; Antonella Procopio,  Centrache, 12 anni; Bruno Procopio, Ardore, 4 anni e 18mila euro di multa; Mirko Pironaci, 10 anni; Antonio Puntieri, Olivadi, 10 anni e sei mesi; Giuseppe Soriano 6 anni di reclusione Roberto Venuto, Olivadi, 10 anni di reclusione.

La richiesta di assoluzione

Il pm ha invece chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Agostino Graziano Mantello, di Torre Ruggiero, difeso dall’avvocato Giovanni Russomanno. Si ritornerà in aula il prossimo 27 ottobre davanti al giudice Antonella De Simone per l’inizio delle arringhe difensive (nel cui collegio compaiono i nomi degli avvocati (legali Vincenzo Cicino, Giovanni Russomanno, Francesco Mancuso, Fabio Tino, Mimmo Calabretta, Luca Cianferoni, Francesco Maida, Vittorio De Giorno, Sabrina Apollinaro, Antonio Carmelo Naso, Giuseppe Salvatore Riitano, Fulvio Vincenzo Attisani, Sergio Rotundo, Maria Antonietta Iorfida, Giovanni Vecchio, Diego Brancia e Daniela Garisto).Il gup Matteo Ferrante aveva già rinviato a giudizio il 25 marzo scorso dodici persone coinvolte sempre nella stessa inchiesta e per loro è in corso il processo dibattimentale (LEGGI QUI)

Narcotraffico tra Soveratese, le province di Vibo e Reggio

L’ attività investigativa  ha consentito di individuare una specifica organizzazione dedita al traffico di sostanza stupefacente: cocaina, hashish, marijuana, metadone ed eroina, anche nella forma del cobret, spacciata nel basso Ionio-Catanzarese, con il suo centro nevralgico nell’entroterra dell’area del Soveratese, in particolare nel comprensorio di Chiaravalle e comuni limitrofi e con proiezioni nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Ma anche dinamite, tritolo, bombe dalla portata micidiale nelle mani dei fratelli Damiano e Giuseppe Fabiano, cedute all’attuale pentito Emanuele Mancuso.

Dai kalashnikov alle bombe: le armi della ‘ndrangheta

E’ stato lo stesso collaboratore di giustizia a riferire il 26 luglio 2018, come il sodalizio criminale avesse la disponibilità di un numero considerevole di armi da guerra: dai 20 ai 30, comprese di munizioni di tipo mitra, kalashnikov e altre in uso alle forze armate. Armi di vecchia generazione, ma funzionanti, giubbotti antiproiettile, fucili a canne mozze, fucili da caccia, bombe. Vere e proprie armi e non artifizi pirotecnici, che dovevano essere date in cambio di droga come contropartita. “Loro mi proposero con un biglietto scritto 10 o 15 armi che io proposi al mio fornitore di cocaina Ascone, che non li volle”. La disponibilità in capo al sodalizio Fabiano di ordigni indicati dal collaboratore, trova conferma in una conversazione del 31 maggio 2018 quando Antonio Corrado, dopo aver intrattenuto una trattativa con Damiano Fabiano che gli chiedeva di acquistare una dinamite, veniva beccato, in seguito ad una perquisizione effettuata dalla Polizia giudiziaria in possesso di una bomba a mano di provenienza militare, di 2,5 chilogrammi di Trinitrotoluene in pani, comunemente conosciuto come tritolo e di tutti gli accessori necessari alla sua accensione, micce a lenta combustione e detonatori compresi (LEGGI QUI)

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