ANTEO | Fiumi di droga tra Catanzarese e Vibonese, salgono a 37 gli indagati (NOMI)

Sei gli indagati in più nel mirino della Procura guidata da Nicola Gratteri nell'ambito dell'inchiesta contro la cosca Chiefari-Iozzo

di Gabriella Passariello- Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, tentata e consumata, con l’aggravante mafiosa, ricettazione, detenzione, porto abusivo di armi, clandestine e da guerra, detenzione di materiali esplodenti e furto. I sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Debora Rizza e Stefania Paparazzo con il visto del procuratore capo Nicola Gratteri e il suo vice Vincenzo Capomolla, hanno chiuso le indagini nei confronti di 37 indagati coinvolti nell’operazione antimafia Anteo, scattata il 17 maggio scorso, che ha portato i carabinieri a notificare 30 misure cautelari e due avvisi di garanzia (LEGGI QUI).

Aumenta il numero degli indagati

Aumenta il numero degli indagati

Sei i nomi in più nell’avviso di conclusione delle indagini, nomi che non comparivano nel provvedimento vergato dal gip: si tratta di Antonio Chiefari, 70 anni, di Torre Ruggiero;  e Agostino Graziano Mantello, 41 anni, di Torre Ruggiero, Giovanni Rauti, 40 anni di Torre Ruggiero, Antonio Rei, 31 anni, di Chiaravalle Centrale,(difesi dall’avvocato Giovanni Russomanno), Gregorio Corrado, 32 anni, di Centrache e Vincenzo Manno, 30 anni, di Amaroni, mentre è stata stralciata la posizione di Domenico Aiello, 49 anni, Palermiti. Tra gli indagati compaiono inoltre anche i nomi del pentito Emanuele Mancuso, dell’ex compagna Nensy Vera Chimirri e del rampollo della famiglia Soriano di Filandari Giuseppe Soriano.

Narcotraffico tra Soveratese, le province di Vibo e Reggio

L’ attività investigativa  ha consentito di individuare una specifica organizzazione dedita al traffico di sostanza stupefacente: cocaina, hashish, marjuana, metadone ed eroina, anche nella forma del cobret, spacciata nel basso Ionio-Catanzarese, con il suo centro nevralgico nell’entroterra dell’area del Soveratese, in particolare nel comprensorio di Chiaravalle e comuni limitrofi e con proiezioni nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Ma anche dinamite, tritolo, bombe dalla portata micidiale nelle mani dei fratelli Damiano e Giuseppe Fabiano, cedute all’attuale pentito Emanuele Mancuso.

Dai kalashnikov alle bombe: le armi della ‘ndrangheta

E’ stato lo stesso collaboratore di giustizia a riferire il 26 luglio 2018, come il sodalizio criminale avesse la disponibilità di un numero considerevole di armi da guerra: dai 20 ai 30, comprese di munizioni di tipo mitra, kalashnikov e altre in uso alle forze armate. Armi di vecchia generazione, ma funzionanti, giubbotti antiproiettile, fucili a canne mozze, fucili da caccia, bombe. Vere e proprie armi e non artifizi pirotecnici, che dovevano essere date in cambio di droga come contropartita. “Loro mi proposero con un biglietto scritto 10 o 15 armi che io proposi al mio fornitore di cocaina Ascone, che non li volle”. La disponibilità in capo al sodalizio Fabiano di ordigni indicati dal collaboratore, trova conferma in una conversazione del 31 maggio 2018 quando Antonio Corrado, dopo aver intrattenuto una trattativa con Damiano Fabiano che gli chiedeva di acquistare una dinamite, veniva beccato, in seguito ad una perquisizione effettuata dalla Polizia giudiziaria in possesso di una bomba a mano di provenienza militare, di 2,5 chilogrammi di Trinitrotoluene in pani, comunemente conosciuto come tritolo e di tutti gli accessori necessari alla sua accensione, micce a lenta combustione e detonatori compresi (LEGGI QUI)

I nomi dei 37 indagati

 Raffaele Andreacchio, 43 anni, di Guardavalle; Ernesto Bertucci, 41 anni, Soverato; Anthony Salvatore Catanzariti, 25 anni, Olivadi; Vito Chiefari, 36 anni, Torre di Ruggiero; Nensy Vera Chimirri, 29 anni, di Nicotera; Giuseppe Corapi, 38 anni, San Sostene; Antonio Corrado, 53 anni, di Chiaravalle Centrale; Daniele Cortese, 31 anni, di Capistrano; Antonio Cuturello, 31 anni, Limbadi; Forturato Demasi, 46 anni, Simbario; Damiano Fabiano, 30 anni di Cardinale; Francesco Fabiano, 25 anni, di Chiaravalle Centrale; Giuseppe Fabiano, 37 anni, di Chiaravalle, Mirco Furchì, 28 anni, di Limbadi; Domenico Giorgi, 25 anni, Benestare; Domenico Giorgio, 41 anni, Chiaravalle Centrale; Luciano Iozzo, 58 anni, Chiaravalle Centrale; Salvatore Macrì, 33 anni, Chiaravalle Centrale; Emanuele Mancuso, 33 anni, Nicotera; Giuseppe Marco Marchese, 33 anni, di Chiaravalle Centrale; Michele Matarese, 45 anni, Montepaone; Gianluca Minnella, 26 anni, Bovalino; Mirko Pironaci, 36 anni, Montepaone; Antonella Procopio, 35 anni, Centrache; Bruno Procopio, 30 anni , Ardore; Santino Procopio, 38 anni, Centrache; Antonio Puntieri, 31 anni, Olivadi; Clemente Selvaggio, 26 anni Vibo Valentia; Giuseppe Soriano, 30 anni, Filandari; Roberto Venuto, 43 anni, Olivadi, Rocco Bruno Caruso, 51 anni, Serra San Bruno, Antonio Chiefari, 70 anni, di Torre Ruggiero; Gregorio Corrado, 32 anni, di Centrache; Vincenzo Manno, 30 anni, di Amaroni; Agostino Graziano Mantello, 41 anni, di Torre Ruggiero, Giovanni Rauti, 40 anni di Torre Ruggiero, Antonio Rei, 31 anni, di Chiaravalle Centrale.

Il collegio difensivo

Gli indagati adesso avranno venti giorni di tempo per chiedere, attraverso i loro legali, (nel cui collegio difensivo compaiono i nomi degli avvocati Vincenzo Cicino, Francesco Maida, Vittorio De Giorno; Sabrina Apollinaro, Giovanni Russomanno; Antonio Carmelo Naso, Giuseppe Salvatore Riitano, Fulvio Vincenzo Attisani, Sergio Rotundo, Maria Antonietta Iorfida, Giovanni Vecchio, Diego Brancia e Daniela Garisto) di essere sentiti dal pubblico ministero, rilasciare dichiarazioni spontanee o depositare memorie difensive prima che il magistrato vada oltre con una richiesta di rinvio a giudizio.

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