Antibracconaggio, armi e richiami sequestrati nel Reggino: otto denunce

arrestati due operai

Giro di vite nell’attività di repressione e contrasto al bracconaggio, predisposta dal gruppo dei carabinieri forestali di Reggio Calabria. In particolare sono stati intensificati i controlli nella fascia ionica reggina, dove è “tradizionale” il reato della caccia operata con l’ausilio dei richiami elettroacustici per l’avifauna, metodo espressamente vietato per legge. Nell’ultima decade di ottobre, i militari delle stazioni carabinieri forestali di Melito di Porto Salvo e di Brancaleone, quest’ultima coadiuvata da militari del nucleo C.I.T.E.S. di Reggio Calabria hanno denunciato all’autorità giudiziaria 8 persone, colte in flagranza di reato. Svariati sono gli illeciti contestati, dall’utilizzo di disposo dei richiami elettroacustici, all’esercizio della caccia nei periodi vietati e all’abbattimento di specie protette.

Nel territorio del comune di Bova Marina, in località Lardicà sono stati deferiti B.A. classe 1959 e L.S., classe 1976, entrambe residenti a Condofuri, sorpresi ad utilizzare i richiami acustici vietati. Inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro di due fucili da caccia con relativo munizionamento e di 4 richiami elettroacustici vietati, oltre a numerosi esemplari di avifauna protetta già uccisa.

Nel territorio del comune di Bova Marina, in località Lardicà sono stati deferiti B.A. classe 1959 e L.S., classe 1976, entrambe residenti a Condofuri, sorpresi ad utilizzare i richiami acustici vietati. Inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro di due fucili da caccia con relativo munizionamento e di 4 richiami elettroacustici vietati, oltre a numerosi esemplari di avifauna protetta già uccisa.

A Melito di Porto Salvo in località Musa-Torre tre soggetti, E.G. classe 1971, B.F. classe 1964, entrambi residenti a Melito e C.F. classe 1973, residente a Reggio, sono stati denunciati per uso illegale di richiamo elettroacustico vietato. Anche in questo caso, oltre al sequestro di 3 fucili con relativo munizionamento, e di 2 dispositivi elettroacustici vietati, è scattato il deferimento all’autorità giudiziaria.

A Montebello Jonico, in località Ficarella, è stato sorpreso M.E.F. classe 1981, denunciato a piede libero per aver abbattuto un esemplare di avifauna protetta. Sequestrato un fucile da caccia e numerose cartucce.

A Caraffa del Bianco, in località Badia del Rizzo, e a Sant’Agata del Bianco in località Ripe, invece, sono stati colti sul fatto rispettivamente M.E., classe 1961 residente ad ardore e G.A., di anni 47, residente a Rosarno, entrambi sorpresi ad esercitare la caccia utilizzando i mezzi di richiamo vietati. Inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro dei mezzi di caccia (fucili, munizioni e dispositivi elettroacustici). Le modalità di caccia con i richiami acustici sono sempre le stesse. Il dispositivo riproduce il verso delle possibili prede che, così attirate, vengono facilmente abbattute dal cacciatore appostato nei pressi. Ma stavolta ai trasgressori è andata male in quanto ad essere attirati sono stati i militari che hanno proceduto secondo normativa.

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