Anziana viene sfrattata e tenta il suicidio per la seconda volta

”Lo scorso venerdì la signora Adele Ferraro, insieme a suo figlio, ha subito uno sfratto per morosità incolpevole. . Nonostante le numerose segnalazioni  al Comune,  due persone con invalidità sono finite per strada. L’Amministrazione Falcomatà purtroppo non ha provveduto ad assegnare  un alloggio adeguato, previsto (art 31 lr 32/1996) per gli sfratti delle persone a basso reddito e senza una casa. Lo scrive, in una nota, l’associazione  Un Mondo Di Mondi   Giacomo Marino – Cristina Delfino.

In queste situazioni, nonostante la disponibilità di alloggi assegnabili, si preferisce proporre alle persone in difficoltà l’accoglienza in comunità dividendo la famiglia, non lasciando scampo ad ogni possibilità di non  subire l’impoverimento come una condanna.

In queste situazioni, nonostante la disponibilità di alloggi assegnabili, si preferisce proporre alle persone in difficoltà l’accoglienza in comunità dividendo la famiglia, non lasciando scampo ad ogni possibilità di non  subire l’impoverimento come una condanna.

Durante lo sfratto la signora ha tentato per la seconda volta il suicidio, mentre il figlio, in seguito ad una  crisi glicemica è stato ricoverato  presso  il Grande  Ospedale Metropolitano. .

In questa vicenda è stato del tutto assente  l’intero settore degli alloggi popolari, sia nella parte dirigenziale che in quella politica. Solo i servizi sociali sono stati vicini alla signora,  attraverso  la d.ssa Amato e l’assessora  Lucia Nucera,  che hanno sollecitato anche l’assegnazione di un alloggio. Ma non è bastato  .

Buttata fuori di casa, la signora Ferraro ha rifiutato l’inserimento in comunità offerto dai Servizi sociali e quindi è rimasta, per molte ore, seduta sul marciapiede accanto all’abitazione in cui ha abitato per anni, rivendicando il  diritto, ad un alloggio adeguato, negato in questi mesi.

Ha passato quindi la  notte su una sedia in ospedale, accanto al figlio.

I mobili, così come  i sei gatti, sono custoditi dalla padrona di casa, attraverso i suoi legali che consentono alla signora Ferraro di nutrire i gatti  due volte al giorno.

Questo caso va oltre la situazione specifica della famiglia Ferraro, perché misura in modo netto la completa inconsistenza del settore degli alloggi popolari, in particolare sulla questione delle emergenze abitative. Inconsistenza che non è un caso o un incidente, ma il risultato di una scelta politica.  In cinque anni infatti l’Amministrazione Falcomatà  non ha  nominato un assessore, se non per se mesi, e la   Squillace  è la settima dirigente nominata e, come gli altri sei,  è molto impegnata in altri settori.

Nel mese di dicembre scorso è stata costituita, con un ritardo di due anni,  la Commissione emergenza abitativa, la cui presidente è M. Porcino.  La Commissione  dovrebbe occuparsi proprio dei casi degli sfratti e delle altre  emergenza, previste dall’articolo 31 della legge regionale nr 32 del 1996. Ma questo, fino ad oggi,  non è servito a garantire l’assegnazione degli alloggi  alle emergenze abitative.

Non vengono effettuate le assegnazioni e  le famiglie rimangono sulla strada,  in una città con un’enorme quota di case, popolari e private, inabitate.

Non è possibile che si continui in questa direzione. Non è possibile che l’Amministrazione comunale   proclami la “giornata storica” del Piano Strutturale Comunale, mentre  calpesta  il diritto fondamentale alla casa per le famiglie a  basso reddito e senza una casa.

Pertanto ancora una volta chiediamo al Sindaco Falcomatà di provvedere ad assegnare tempestivamente un alloggio alla signora Ferraro e di fare lo stesso per tutte le altre famiglie in emergenza abitativa che si trovassero nelle medesime condizioni.  Il tempo necessario  per garantire un processo di trasparenza ed equità nelle assegnazioni degli alloggi popolari è già scaduto”.

Redazione Calabria 7 

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