Appalti e incarichi affidati agli amici nel Catanzarese, chiesto il rinvio a giudizio per 13 indagati (NOMI)

Si tratta di amministratori, tecnici comunali, professionisti e imprenditori, finiti nell'inchiesta della procura di Catanzaro, nome in codice Urbi et Orbi
procura catanzaro

di Gabriella Passariello- Appalti affidati agli amici, in base ad accordi raggiunti via telefono e alle utilità che ne potevano derivare, incarichi aggiudicati per ottenere visite mediche gratuite o il posto assicurato in azienda per sistemare il figlio. Il sostituto procuratore della Repubblica Veronica Calcagno, ha chiesto il rinvio a giudizio per 13 indagati finiti nell’inchiesta “Urbi et Orbi” che ha portato il 12 ottobre scorso i  carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro a notificare 4 provvedimenti cautelari, uno dei quali agli arresti domiciliari, un altro al divieto di dimora e due misure interdittive in esecuzione di un provvedimento vergato dal gip del Tribunale di Catanzaro Paola Ciriaco, svelando un sistema clientelare, dove la cosa pubblica è piegata agli interessi personali, diventando merce di scambio.

Nomi e ruoli di tutti gli indagati

Nomi e ruoli di tutti gli indagati

Tredici in tutto gli indagati tra amministratori e tecnici comunali, professionisti e imprenditori, accusati a vario titolo per falsità materiale e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso di ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti, peculato, per fatti commessi in un arco temporale che va dal 2017 fino al 2019. Oltre al responsabile tecnico dell’Ufficio comunale di Palermiti, Olivadi e anche Centrache e Borgia (a secondo del periodo storico) Ubaldo Valentino, 59 anni, residente a Davoli destinatario di una misura cautelare agli arresti domiciliari, al sindaco Nicola Malta, 34 anni, di Catanzaro, ma residente ad Olivadi nei confronti del quale è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Olivadi, all’architetto Francesca Carito, 54 anni, residente a Stalettì, raggiunta da un’interdittiva che prevede la sospensione dall’esercizio della professione per nove mesi e all’imprenditore Fabrizio Vito Paparazzo, 47 anni, residente ad Olivadi, sospeso dell’esercizio di attività professionali e imprenditoriali per la durata di 12 mesi, compaiono altri nove nomi non raggiunti da alcuna misura cautelare. Si tratta di Pietro Marchione, 43 anni, di Lamezia Terme, legale rappresentante della ditta Ecosan srl;  Antonio Notaro, 57 anni, di Palermiti, titolare dell’omonima ditta e nipote di Domenico Notaro, già sindaco di Palermiti; Pasquale Emanuele, 51 anni, di Palermiti, addetto all’Ufficio tecnico comunale; Rosario Gerardo Scalzo, 53 anni, di Palermiti, tecnico-geometra; Fernando Sinopoli, 41 anni, residente e primo cittadino di Centrache; Davide Lamanna, 47 anni, di Catanzaro, dipendente di Esi Sud srl; Rocco Onofrio Ranieri, 49 anni, residente e vice sindaco di Centrache; Giuseppe Valentino, 21 anni, residente a Palermiti figlio di Ubaldo Valentino e Antonella Conte, 49 anni residente a Palermiti, moglie di Ubaldo Valentino.

“Carte false” per gli amici

Per investigatori e inquirenti è Ubaldo Valentino il “dominus”, che risponde di ben 14 ipotesi di accusa. E’ lui che affida gli incarichi direttamente, senza un regolare bando di gara, falsificando atti per favorire gli amici, “inventando” di aver tenuto conto di altri preventivi prima di affidare quel determinato mandato al privilegiato di turno. Ed è sempre lui che archivia un procedimento amministrativo avviato per accertare un abuso di ufficio, avvantaggiando persone dalle quali aveva a sua volta ricevuto molteplici incarichi, favori elargiti sempre e comunque per ricevere un proprio tornaconto personale.

La parola al gup

Il gup del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo il 12 maggio, giorno in cui nel contraddittorio tra accusa e difesa, deciderà se accogliere la richiesta della Procura di rinviare a giudizio i tredici imputati.

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