Appalti pilotati dalla massoneria nel Cosentino, coinvolti amministratori pubblici e imprenditori

Gli accordi erano favoriti da persone che operano all'interno delle amministrazioni comunali e consentivano di gestire gli appalti in modo clientelare

Un loggia massonica che aveva creato, sul Tirreno cosentino, un cartello per spartirsi gli appalti. A svelare la rete di corruttele l’inchiesta coordinata dalla Procura di Paola che ha portato oggi all’esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica Amministrazione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Le indagini sono iniziate nel giugno del 2020. Nel corso di una conferenza stampa, il maggiore Giuseppe Sacco, del Nucleo operativo dei Carabinieri di Cosenza, ha parlato di “un cartello tra liberi professionisti che mirava ad eludere le norme sulla libera concorrenza”. L’attenzione dei militari si è concentrata su sei appalti in particolare, svolti nella provincia di Cosenza ma anche in quella di Potenza.

Facilitazioni nelle amministrazioni comunali

Facilitazioni nelle amministrazioni comunali

Il capitano Andrea Massari, che comanda la Compagnia di Scalea, ha sottolineato che il gruppo si avvaleva di persone, all’interno delle amministrazioni comunali, che consentivano delle facilitazioni per vincere gli appalti. Appalti anche importanti, come quello che riguardava la verifica delle caratteristiche antisismiche di un istituto tecnico del Potentino. In riferimento al Comune di Belvedere Marittimo, il responsabile dell’Ufficio tecnico sarebbe stato proprio a capo del gruppo che gestiva l’assegnazione degli appalti, a rotazione, alle diverse ditte. In un caso, invitando proprio ad arrivare ad un certo ribasso, per poter avere un affidamento diretto, sotto la soglia di legge, ma con l’accordo di far recuperare il resto dei soldi con altri lavori assegnati in seguito. Il procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, ha sottolineato che l’indagine è ancora in corso e che erano state richieste le misure cautelari anche nei confronti di alcuni imprenditori e pubblici amministratori, ma il gip ha ritenuto non vi fossero esigenze cautelari.

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