Appalti spezzatino affidati dall’amministrazione Occhiuto per favorire ditte amiche nell’affidamento di lavori pubblici. Nove tra dirigenti del Comune di Cosenza, funzionari di Palazzo dei Bruzi e imprenditori erano finiti a processo per il presunto business degli affidamenti sotto soglia. Sono stati tutti assolti ieri dal Tribunale di Cosenza perché il fatto non sussiste dal collegio giudicante presieduto da Carmen Ciarcia con a latere i giudici Stefania Antico e Iole Vigna.
Gli imputati
Gli imputati
Si tratta di Carlo Pecoraro, Antonio Mario Bartucci, Michele Fernandez, Giuseppe Sasso, Francesca Filice, Pasquale Perri, Antonio Scarpelli titolare della Med Labor, gli imprenditori Antonio Amato e Francesco Amendola. Risultavano imputati in quanto accusati dalla Procura di Cosenza guidata da Mario Spagnuolo dei reati di corruzione, falso, induzione indebita a dare o promettere utilità e abuso d’ufficio. Un sistema collaudato, che secondo la pubblica accusa, sarebbe stato utilizzato per eludere le procedure di gara ad evidenza pubblica. Diversi i lavori aggiudicati con affidamento diretto alle ditte degli indagati dai servizi cimiteriali, manutenzione rete fognarie, al canile comunale di Donnici fino alle famigerate luminarie per un totale di oltre 2 milioni di euro.