di Nico De Luca – Un vastissimo territorio agricolo e la sua popolazione corrono elevatissimi rischi di salute. Siamo nella Valle del Crati, nel Cosentino. Qui a Bisignano dopo anni di denuncia dissoltesi nel nulla il 14 febbraio 2020 la procura di Cosenza ha portato a termine l’operazione Arsenico.
VELENI D’OGNI TIPO
VELENI D’OGNI TIPO
Di notte, scorie e rifiuti tossici giunti da varie parti d’Italia, persino dall’ Ilva di Taranto, si riversavano nel fiume Mucone (o Moccone) attraverso un bypass con cui si aggirava il depuratore, uno tra i più grandi e chiacchierati del centrosud.
Per Nicodemo e Vincenzo Morise, titolari dell’impianto Consuleco srl è scattato l’obbligo di dimora a Cirò in attesa dello sviluppo delle indagini.
E’ proprio nelle ultime ore è scattatala misura cautelare con la chiusura completa dell’impianto per un anno.
Piombo, alluminio, cadmio, tallio, arsenico oltre ad ingentissime percentuali di escherichia coli riversati da persone calabresi sul territorio e nel mare calabrese, evitando costosi processi depurativi con conseguente incasso di profitti per milioni di euro.
SANT’UMILE, ANNIBALE E LE LOCUSTE
Bisignano è il paese del secondo santo calabrese, Frate Umile, canonizzato nel 2002. Ed anche di una storia millenaria che risale ad una battaglia punica con Annibale nel 200 avanti cristo.
Oggi invece l’economia agricola è messa a durissima prova dall’inquinamento, forse più di quel maledetto 1595 quando prima una massiccia invasione di locuste poi una devastante alluvione distrussero campi, orti e coltivazioni.
Ai microfoni di Calabria7 il maggiore Adolfo Mirabelli, del NIPAF Carabinieri Forestali di Cosenza, il medico oncologo Pasquale Montilla e diversi abitanti di Bisignano.