Arte, l’emergenza Coronavirus raccontata da Luca Viapiana

L’artista catanzarese Luca Viapiana sceglie di raccontare attraverso la sua arte l’emergenza Coronavirus proponendo una serie di dodici illustrazioni che portano in scena personaggi e simboli della pandemia che sta sconvolgendo la vita dell’intero pianeta.

La scelta dei soggetti non dà spazio alla discrezionalità dell’artista, ma utilizza le parole chiave che descrivono il fenomeno, così come raccontato nel linguaggio mediatico. Da qui, passano in rassegna tematiche, riconosciute a livello globale, che diventano figure universali in cui sono sintetizzati gli elementi che, a tutte le latitudini, riconducono all’epidemia Covid 19 causata dal virus Sars-Cov 2. Luca Viapiana sceglie di abbracciare una selezione globalizzata e globalizzante, assecondando la terminologia adottata dai mezzi di comunicazione, seppur non condividendone il richiamo al lessico bellico. La carta dedicata al personale medico intitolata “La Prima Linea”, figlia della medesima retorica, entra prepotentemente a far parte del lavoro, connotandolo. Le opere sono realizzate partendo da una fase manuale, in cui le figure prendono vita su tavole disegnate a china, che acquistano plasticità attraverso i chiaroscuri affidati alla matita. Nella seconda fase di postproduzione in digitale, l’artista cura l’impaginazione e la colorazione dei soggetti. Un processo in cui Viapiana veste quasi i panni del regista, componendo scene diverse ma tra loro complementari che restituiscono una realtà dai toni surreali, ma colma di elementi attinti a piene mani dal nostro quotidiano. Il tutto condensato in un prodotto figurativo armonioso e sospeso, in cui si concentra l’attenzione anche sull’aspetto della semantica, come ad esempio ne “La Zona Rossa” dove l’artista costruisce una scena affogata nei toni del rosso, in cui il virus viene letteralmente inglobato nel lastricato di una via, con l’intento di creare un nesso diretto fra contaminazione e territorio, tra linguaggio e raffigurazione. Questa serie di illustrazioni è da considerarsi non finita. Non sapendo quale sarà lo sviluppo di questa pandemia, è aperta ad integrazioni e modifiche. Un’opera non completa, in divenire. L’augurio è che si possa riempire di nuove tavole di speranza.

La scelta dei soggetti non dà spazio alla discrezionalità dell’artista, ma utilizza le parole chiave che descrivono il fenomeno, così come raccontato nel linguaggio mediatico. Da qui, passano in rassegna tematiche, riconosciute a livello globale, che diventano figure universali in cui sono sintetizzati gli elementi che, a tutte le latitudini, riconducono all’epidemia Covid 19 causata dal virus Sars-Cov 2. Luca Viapiana sceglie di abbracciare una selezione globalizzata e globalizzante, assecondando la terminologia adottata dai mezzi di comunicazione, seppur non condividendone il richiamo al lessico bellico. La carta dedicata al personale medico intitolata “La Prima Linea”, figlia della medesima retorica, entra prepotentemente a far parte del lavoro, connotandolo. Le opere sono realizzate partendo da una fase manuale, in cui le figure prendono vita su tavole disegnate a china, che acquistano plasticità attraverso i chiaroscuri affidati alla matita. Nella seconda fase di postproduzione in digitale, l’artista cura l’impaginazione e la colorazione dei soggetti. Un processo in cui Viapiana veste quasi i panni del regista, componendo scene diverse ma tra loro complementari che restituiscono una realtà dai toni surreali, ma colma di elementi attinti a piene mani dal nostro quotidiano. Il tutto condensato in un prodotto figurativo armonioso e sospeso, in cui si concentra l’attenzione anche sull’aspetto della semantica, come ad esempio ne “La Zona Rossa” dove l’artista costruisce una scena affogata nei toni del rosso, in cui il virus viene letteralmente inglobato nel lastricato di una via, con l’intento di creare un nesso diretto fra contaminazione e territorio, tra linguaggio e raffigurazione. Questa serie di illustrazioni è da considerarsi non finita. Non sapendo quale sarà lo sviluppo di questa pandemia, è aperta ad integrazioni e modifiche. Un’opera non completa, in divenire. L’augurio è che si possa riempire di nuove tavole di speranza.

LUCA VIAPIANA ZITTISCE IL SILENZIO

di Stefano Morelli

Il mondo che conoscevamo non esiste più, si è spento. Forse ci aspetta per ripartire. Eppure Luca non si è fermato. Continua a giocare e zittisce il silenzio che come una cappa asfittica ci ha reso prigionieri. Gioca con le nostre vite, con la nostra rabbia, vincendo. Si fa universale indagando la nuova condizione dell’uomo. Dodici arcani ci svelano il nuovo mondo e, incredibilmente, i nuovi noi. Una nuova realtà che sfuma entro vapori di rosa, giallo, arancio, blu e viola. Piena di sensualità, piena di vicinanza. Dà un volto alla paura per prima cosa, Viapiana, descrivendo il virus “La Corona” come il più terribile degli dei ma che come tutti gli dei è distante nella sua solitudine idolatrica. Quella solitudine non è più la nostra, la visione ce ne libera e ne “La Benedizione” ci sembra di comprendere il volere della Provvidenza, di vivere finalmente in comunione con essa. Diversamente dalle altre sue opere, spesso piene di attesa, finalmente qui l’atto si compie: la nostalgia diventa desiderio, il terrore sorpresa, e tutto ritorna al mandorlo che sta fiorendo vivendo il suo “Picco”, la sua estasi fragrante. E agogniamo “Il Contagio” come si sogna l’amore che sempre ha un prezzo. Increduli assistiamo alla vergogna che diventa gioia, a “La Fuga” che si fa speranza. Non c’è più ironia in Luca, sente come pochi lo sentono di essere nato per vivere questo momento, e trasforma l’ironico in poetico, il ridicolo in sublime, tutto in desiderio. Sì è compiuto un miracolo, la sua mano è libera da ogni costrizione e prevalica la computer grafica facendo dimenticare la natura digitale delle sue immagini che infatti diventano oggetti pulsanti. La crocerossina in “La Prima linea” ti porge il suo incanto come una fata e tu, egualmente nudo perché spoglio di tutto, vuoi coglierlo come coglieresti la libertà.
Redazione Calabria 7

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