Autobomba a Limbadi, la Dda di Catanzaro individua gli esecutori materiali: sette arresti

Arrestate le due persone che avrebbero fabbricato e posizionato l’ordigno sotto l’auto di Matteo Vinci. Ad armarli la necessità di saldare un debito di droga con i Mancuso

La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri chiude un altro cerchio e individua i presunti esecutori materiali dell’omicidio di Matteo Vinci, il 43enne di Limbadi ucciso con una bomba piazzata sotto la sua auto nell’aprile del 2018 in contrada “Macrea” nelle campagne del centro vibonese considerato il feudo della famiglia Mancuso.

Operazione “Demetra 2”

All’alba di oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia e del reparto crimini violenti del Ros di Roma hanno fatto scattare l’operazione convenzionalmente denominata “Demetra 2”. Sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Andrea Mancuso, sono stati individuati i due soggetti che hanno fabbricato e materialmente posizionato il micidiale ordigno che ha cagionato la morte del caporalmaggiore Matteo Vinci e il grave ferimento del padre Francesco Antonio il 9 aprile del 2018. Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura distrettuale antimafia diretta da Nicola Gratteri, è stato complessivamente eseguito a carico di sette persone, gravemente indiziate, a vario titolo, oltre che dei reati di omicidio e tentato omicidio, anche di danneggiamento, porto di esplosivi, tentata estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito dell’operazione “Demetra” scattata nel giugno del 2018, erano già stati assicurati alla giustizia, a solo un paio di mesi dall’esplosione, i mandanti dell’efferato omicidio, appartenenti alla potente famiglia “Mancuso”.

Il debito di droga con i Mancuso

L’efferato crimine è maturato in un più ampio disegno estorsivo, posto in essere dai Mancuso, finalizzato all’illecita acquisizione di terreni, alla quale si sarebbe opposta la famiglia Vinci. La mano degli esecutori, invece, sarebbe stata armata dalla necessità di saldare un debito contratto nei traffici di droga.

I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI (Clicca qui)

Autobomba a Limbadi, per i Mancuso la vita di Vinci valeva solo 7mila euro (VIDEO)

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