Autonomia diferenziata, il cardinale Zuppi: “Tanti vescovi del Sud sono preoccupati”

Secondo il presidente della Cei "ogni territorio deve essere messo nelle condizioni di dare il meglio di sé"
Autonomia diferenziata, il cardinale Zuppi: "Tanti vescovi del Sud sono preoccupati"

“Ho sentito la preoccupazione di molti vescovi del Meridione di fronte al progetto delle autonomie: non c’è sostenibilità senza solidarietà che non toglie a qualcuno ma rende tutti migliori: questo progetto si chiama bene comune e non c’è bene se non c’è comune”. Lo ha detto il presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, durante il suo intervento da remoto al 19esimo congresso nazionale di Ali-Autonomie locali italiane in programma oggi e domani a Pisa.

“Il tema delle autonomie – ha spiegato – è molto più serio e profondo di una zuffa politica. Dobbiamo guardare al futuro davvero e quindi anche alle differenti posizioni, sperando di avere a cuore la stessa cosa cioè che le diversità siano una ricchezza e non una divisione. Solo pensandoci insieme e nella solidarietà troviamo le soluzioni per tutti quanti: abbiamo uno Stato e un’Europa a cui rendere conto”.

“Il tema delle autonomie – ha spiegato – è molto più serio e profondo di una zuffa politica. Dobbiamo guardare al futuro davvero e quindi anche alle differenti posizioni, sperando di avere a cuore la stessa cosa cioè che le diversità siano una ricchezza e non una divisione. Solo pensandoci insieme e nella solidarietà troviamo le soluzioni per tutti quanti: abbiamo uno Stato e un’Europa a cui rendere conto”.

La domanda di sussidiarietà

Per Zuppi l’autonomia “è un valore nella misura in cui risponde alla domanda di sussidiarietà. Ogni territorio deve essere messo nelle condizioni di dare il meglio di sé, le istituzioni centrali devono aiutare tutte le iniziative dei territori e il locale è la dimensione che esprime vicinanza e prossimità per un bene comune più grande: non possiamo scambiare una legittima autonomia con un egoismo di un singolo gruppo. Non esiste – ha concluso – una vera sussidiarietà senza solidarietà. Questo principio funziona se parte dai territori più fragili e deboli; dobbiamo difendere lo spirito di squadra, non solo perché il principio costituzionale ci invita a pensarci insieme”. 

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