Tra poche ore, anche in Calabria, gli autotrasportatori spegneranno i motori e incroceranno le braccia (LEGGI QUI) per protestare contro il caro benzina. All’assemblea indetta da Confapi e tenutasi ieri a Reggio Calabria hanno partecipato 150 imprese calabresi che hanno confermato la volontà di bloccare i propri mezzi definendo i rincari del carburante una “truffa colossale”. “La guerra – ha affermato Chiappetta, referente Confapi della filiera trasporti – non giustifica gli aumenti: lo dimostra il costo del gasolio nei Paesi confinanti con l’Italia. Il petrolio non proviene dalla Russia. Occorre fermare le speculazioni in atto”. Sul punto l’associazione di consumatori Codacons anche in Calabria ha annunciato di presentare esposti affinché la magistratura possa indagare (LEGGI QUI) “sugli abnormi rincari dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa e su tutte le possibili speculazioni in atto a danno di consumatori e imprese”. Dal suo canto, Confcommercio Reggio Calabria invoca il senso di responsabilità sottolineando che “i costi di farina, lievito e olio sono alle stelle. I panificatori reggini mettono in guardia sulle conseguenze della crisi in atto che determinerà necessariamente un aumento del prezzo al banco del pane”.
Lo sciopero degli autotrasportatori
Lo sciopero degli autotrasportatori
L’intervento del Garante sugli scioperi non è valso a fermare l’intento di Trasportounito che ha inteso ribadire la sospensione dei servizi di autotrasporto a partire da lunedì. La commissione di garanzia ha invitato l’associazione a revocare il fermo, ravvisando violazioni per il mancato rispetto del termine di preavviso e l’obbligo di predeterminazione della durata dell’astensione. Ma Trasportounito ha denunciato come il Garante abbia “preferito ignorare lo stato di grave necessità e rispolverare i criteri di una anacronistica rigidità burocratica, in un momento in cui dovrebbe essere superata”. “Nessuno vuole mettersi a fermare i mezzi di trasporto – ha dichiarato il segretario generale di Trasportounito Maurizio Longo – ma per noi farli partire significa indebitarsi. Se il trasporto di alimenti e dell’ortofrutta è remunerato in modo adeguato rispetto ai costi del carburante i mezzi viaggeranno, ma spesso il maggior costo rimane nei bilanci delle imprese di trasporto. Se i committenti intervengono è un bene e chi ha opportunità di viaggiare lo faccia. Molti committenti hanno chiamato le imprese di trasporto garantendo la copertura della maggiorazione dei costi”. Intanto però scendono in campo le associazioni della filiera alimentare: “È necessario garantire la consegna dei prodotti alimentari per assicurare le forniture alla popolazione ed evitare speculazioni e scaffali vuoti in un momento di grandi tensioni per la filiera”, chiedono Coldiretti, Filiera Italia, Unaproa, Assocarni, Unaprol Impresapesca e Aia. “Lo stop dell’autotrasporto – affermano – può provocare danni incalcolabili alla filiera agroalimentare in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada, mettendo a rischio i prodotti più deperibili, dall’ortofrutta al latte, dalla carne al pesce ma anche alimentando una pericolosa psicosi negli acquisti sugli scaffali dei supermercati”. Grande attesa per l’incontro con il governo programmato per martedì.
Psicosi nei supermercati
La psicosi generata dall’annunci dello sciopero degli autotrasportatori non ha tardato a manifestarsi anche in Calabria con l’assalto a supermercato e stazioni di rifornimento carburante. L’allarme tra la popolazione è ingiustificatamente motivato dalla preoccupazione per l’annunciato blocco degli autotrasportatori, dal timore che la guerra in atto in Ucraina possa porre limitazioni all’arrivo di alcuni prodotti e dalla paura di un futuro aumento dei prezzi. Gli scaffali di alcuni supermercati sono stati svuotati in poche ore (LEGGI QUI) nonostante i chiarimenti forniti dai gruppi della grade distribuzione organizzata che rassicurano come “non ci sono e non ci saranno problemi di mancanza di merce” (LEGGI QUI). I calabresi si sono nuovamente affollati ai distributori di benzina portando molte stazione ad appendere i cartelli ‘carburante esaurito’. Un fenomeno generalizzato che ha colpito tutte e cinque le province calabresi. Tra i prodotti più gettonati: olio di semi e pellet.