di Danilo Colacino – A seguito della puntata di Porta a Porta dello scorso 13 dicembre con ospite il guardasigilli Alfonso Bonafede – in cui si è discusso dell’ormai arcinota riforma della Giustizia, diventata ormai quasi controversa per le resistenze che sta incontrando soprattutto nella classe forense – ecco arrivare la durissima presa di posizione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Lo stesso Coa infatti, nel corso di una seduta straordinaria svoltasi appena pochi giorni dopo la sortita televisiva dello stesso ministro, ne ha denotato gravi errori “in punto di diritto sostanziale e processuale”.
Lo stesso Coa infatti, nel corso di una seduta straordinaria svoltasi appena pochi giorni dopo la sortita televisiva dello stesso ministro, ne ha denotato gravi errori “in punto di diritto sostanziale e processuale”.
Un’accusa circostanziata, sempre in base al ragionamento delle toghe partenopee, che si sostanzia così: “La materia trattata – si legge nell’estratto del verbale dell’assise indetta in tutta fretta – richiede alta competenza e sensibilità giuridica. Ebbene, l’onorevole Bonafede in un programma di altissima risonanza mediatica ha ingenerato confusione, disinformazione, ed errato convincimento su aspetti inesistenti della legislazione penale”.
Il Coa è dunque per così dire insorto, parlando di argomentazioni metagiuridiche, e ha tuonato contro l’affermazione del guardasigilli relativa alla sua “semplice spiegazione ai cittadini”, sempre dal salotto di Vespa, delle “conseguenze della configurazione di una condotta in termini colposi o dolosi”.
Asserzioni che gli avvocati napoletani hanno giudicato infondate oltreché giuridicamente scorrette. Da qui la richiesta di chiedere ufficialmente ai togati parlamentari di attivarsi addirittura per una mozione di sfiducia al ministro.
Iniziativa, per certi versi dirompente, di cui è stata data comunicazione a Cnf e Onf, senza dimenticare l’Unione regionale dei Fori della Campania.